Milioni di bambine, ragazze, donne nel mondo subiscono violenza. Di ogni tipo. Che lo si appelli donnicidio o femminicidio, la realt&agrave; dei fatti non cambia: un essere umano, quasi sempre di sesso maschile, compie un atto violento con la volont&agrave; di degradare un altro essere umano, di sesso femminile dotato di personalit&agrave;, intelligenza, diritti etc., ad animale da macello. La lista &egrave; lunga e va dalle fustigazioni, all&rsquo;acidificazione, all&rsquo;infibulazione, allo stupro legalizzato fino alla riduzione in stato di schiavit&ugrave;. Nessun continente ne &egrave; immune.<br />Romano Bavastro, giornalista di professione, scrive un romanzo che ricorda nel taglio un reportage cadenzato da <i>lanci d&rsquo;agenzia</i> in cui affondano come lame di coltelli le infami vicessitudini di esseri umani che hanno avuto il solo torto di nascere femmine. Quattro giovani agiati, di diversa nazionalit&agrave;, a cui se ne aggiungeranno altri tre nel corso della storia si riuniscono in una sorta di confraternita segreta. Essi, mettendo a repentaglio la propria vita, decidono di punire, a solo titolo dimostrativo, appiccando incendi controllati coloro che materialmente usano violenza alle <i>donne</i> o fiancheggiano e applicano leggi inique contro di loro. Determinante in questa risoluzione l&rsquo;apporto di Athina Shastri, gi&agrave; membro della Gulabi Gang, che istituir&agrave; in Svizzera un centro di ricovero per donne vittime di gravi violenze. Ma anche i piani meglio congegnati sulla carta devono scontrarsi con la realt&agrave; dei fatti che solitamente si ribella al bilancino della logica astratta.<br />Un romanzo di respiro internazionale, ambientato tra il Cinquale, Londra, la Svizzera e i territori di confine arabo-israeliano, in cui il ritmo cadenzato del thriller ben si amalgama a toni pi&ugrave; lirici quando la battaglia per una giustizia senza frontiere si acquieta e sono la famiglia, gli affetti dei combattenti a prevalere.