Il discorso sulla cessione di credito in garanzia si esprime in contesti complessi e plurali. Si tratta di normative dettate da fonti differenti per materia e livelli di produzione, sostenute da orientamenti giurisprudenziali e prassi economiche. Discipline e interpretazioni del secolo passato si intersecano alle contemporanee vicende di un diritto &ndash; quello delle garanzie e dei finanziamenti alle imprese &ndash; che, intricato di riforme e spesso condizionato da crisi socio-economiche imprevedibili, propone nuovi paradigmi di attenuazione del rischio di credito, nuove relazioni fra l&rsquo;autonomia negoziale e la gestione delle procedure concorsuali, alla ricerca di un precario equilibrio fra l&rsquo;interesse generale al sostegno dell&rsquo;economia e la tutela dei diritti delle persone coinvolte nelle dinamiche creditizie e finanziarie delle imprese in crisi.<br />La funzione di garanzia impressa alla cessione di credito permette all&rsquo;operazione di finanziamento di travalicare la concezione cooperativa della relazione obbligatoria fra creditore e debitore per proiettare il trasferimento del credito oltre la fase meramente garantistica &ndash; l&rsquo;incremento della riserva patrimoniale esecutabile &ndash; sino a potenziare la sfera giuridica del finanziatore mediante la legittimazione all&rsquo;esercizio di poteri di apprensione coattiva. Spingendosi nell&rsquo;agone della competizione fra creditori, nella fase della responsabilit&agrave; patrimoniale del debitore, si coglie il concreto interesse al trasferimento di credito. Questo elemento tipologico si lascia leggere quale &lsquo;mezzo&rsquo; per il perseguimento di un &lsquo;fine&rsquo; pi&ugrave; complesso, consistente nella possibilit&agrave; per il finanziatore di procurarsi convenzionalmente la situazione giuridica di appartenenza del collateral e avvantaggiarsi dell&rsquo;autotutela che gli eviter&agrave; il concorso con gli altri creditori del suo debitore.