Per iniziare a comprendere il sacro, R. Otto definisce il concetto di numinoso, che &egrave; qualcosa di misterioso edinsieme ispira timore e fascino, insomma &egrave; <i>Mysterium tremendum et fascinans</i>. Ci&ograve; che &egrave; misterioso e dunque nascosto rappresenta qualcosa di grandioso, di maestoso (da cui emana appunto la <i>Majestas</i>), in altri termini qualcosa che &egrave; &ldquo;totalmente altro&rdquo;, il quale produce stupore e non pi&ugrave; paura.<br />Il testo di Otto &egrave; intessuto di sottili distinzioni terminologiche che si muovono tra il soggettivo e lo psicologico, l&rsquo;astratto ed il filosofico, lasciando da parte ogni considerazione sociologica, per quanto minima.<br />Le riflessioni e le argomentazioni di Otto sul sacro rappresentano un punto di partenza quasi costante di altri studi successivi, anche recenti, nel campo delle scienze della religione &ndash; Mircea Eliade, Marcel Mauss, Roger Caillois, non senza dimenticare le influenze che ebbe su autori come Carl Jung, Georges Bataille, Georges Dum&eacute;zil - anche se la seminalit&agrave; de <i>Il sacro </i>di Otto &egrave; particolarmente evidente pure in alcuni classici contemporanei della sociologia della religione.<br />Rudolf Otto ci ha consegnato un&rsquo;opera che ancora oggi ispira gli studiosi ma che affascina anche chi voglia, con apertura e disponibilit&agrave;, aprirsi alla meraviglia e allo stupore di un&rsquo;esperienza che interpella tutti noi da molto vicino.<br />L&rsquo;autore: <b>Rudolf Otto</b> (Peine, 25 settembre 1869 &ndash; Marburg, 6 marzo 1937) &egrave; stato un teologo e storico delle religioni tedesco, il cui pensiero &egrave; alla base della filosofia della religione, della psicologia della religione, della sociologia della religione e degli sviluppi pi&ugrave; moderni della teologia cristiana.