Un conte ch&rsquo;&egrave; arrivato presso i quarant&rsquo;anni, scapestrato, scioperato e dissoluto, ma che, infine ha un po&rsquo; di cuore e tanto ingegno che basti per comprendere come le dolcezze che si provano operando il bene sono superiori a tutte le ebbrezze, a tutte le volutt&agrave; nauseabonde de&rsquo; sensi, in un giorno di noia, fa un&rsquo;azione buona; vede da un parrucchiere una giovinetta bella, graziosa, pudica, che consente di vendere per 20 lire i propri bellissimi capelli biondi, per comprare le ultime medicine a sua madre moribonda; il conte se ne commuove, trae fuori dal portafogli cento lire, e le scambia contro una sola ciocca di capelli alla fanciulla riconoscente...<br /><br /><b>Angelo De Gubernatis</b><br /><br />&laquo;<i>Il concetto morale, cardine di ogni mio lavoro, &egrave; la famiglia. Nobilitarla, rialzarla, difenderla, mostrare quanto grandeggi su tutte le altre istituzioni e quanto il sentimento di essa sopravanzi ogni altro sentimento umano</i>&raquo;<br /><br />(Salvatore Farina, La Stella di Sardegna, 8 marzo 1879)<br /><br /><b>Salvatore Farina </b>(Sorso, 10 gennaio 1846 &ndash; Milano, 15 dicembre 1918) &egrave; stato uno scrittore ottocentesco di fama internazionale i cui romanzi per il loro carattere sentimentale sono stati paragonati a quelli di <b>Charles Dickens</b>.