Siamo nell&rsquo;ultimo scorcio del XVIII secolo e in una citt&agrave; dello Stato pontificio una famiglia si divide tra compiti civici e affari commerciali, ligia all&rsquo;autorit&agrave; della Chiesa. Sar&agrave; uno dei suoi membri, Alessandro Donati, a scuoterne e sovvertirne valori e abitudini innestando i propri giovanili furori nella pi&ugrave; ampia vicenda delle rivoluzioni giacobino-napoleoniche del biennio 1798-99.<br /><br />Quello spirito di rivolta e ardore di libert&agrave; passeranno ai suoi pi&ugrave; immediati discendenti: Alessandro II, deputato e combattente nella &lsquo;Roma senza Papa&rsquo; del 1849 poi esule a Corf&ugrave; per oltre un decennio, e Alessandro III attivo nell&rsquo;anno dell&rsquo;Unit&agrave;, sino a giungere al pronipote Alessandro IV, tra i pochissimi italiani (0,15%) capaci dell&rsquo;eroico no al fascismo, nel plebiscito del 1934.<br /><br />Ai Donati, a questa &ldquo;autoinsediatasi dinastia&rdquo; repubblicana degli Alessandro, si deve una prolungata sfida &ndash; certo, simbolica e persino ironica, ma satura di idealit&agrave; civili &ndash; lanciata a regnanti e despoti italici. Il loro novero si &egrave; poi arricchito di figure quali quelle dell&rsquo;illustre fisico Luigi e della poetessa Ada, a testimoniare una fertile presenza, oltre l&rsquo;agone politico, nella scienza e cultura italiane.