Questa breve storia di Anita Garibaldi fu scritta da una donna per le donne. Pubblicata nel dicembre 1905 sulle pagine delle rivista &laquo;Nuova antologia di lettere, scienze e arti&raquo;, ebbe un immediato successo. Finalmente si tentava di descrivere l&rsquo;eroina del Risorgimento come una figura a s&eacute; stante e non come il riflesso del grande e amatissimo compagno. Anita inizia cos&igrave; ad avere contorni propri, nitidi e definiti, diventando protagonista di una storia che per anni l&rsquo;aveva spinta ai margini. Ma c&rsquo;&egrave; di pi&ugrave;: in queste pagine, grazie ad un fortunato ritrovamento, per la prima volta in assoluto il pubblico poteva vederla in volto. Perch&eacute; di Anita si erano perse anche le vere fattezze.<br /><br />SFINGE, pseudonimo della contessa Eugenia Codronchi Argeli (Imola 1865 &ndash; Castel San Pietro 1934), &egrave; stata una scrittrice e pubblicista molto prolifica. Autrice di romanzi e novelle che le diedero una buona notoriet&agrave; all&rsquo;epoca, si occup&ograve; attraverso alcune biografie storiche anche del ruolo femminile. Condusse un&rsquo;esistenza per certi versi enigmatica, costellata di viaggi e amicizie negli ambienti culturali italiani ed europei, sempre condivisa con Bianca Belinzaghi, compagna straordinaria di una vita.