Sherwood Anderson pu&ograve; essere considerato uno degli autori pi&ugrave; influenti della letteratura e della narrativa americana, tanto che dalle sue pagine trassero spunto autori del calibro di Ernest Hemingway, William Faulkner, Thomas Wolfe e John Steinbeck. Celebre soprattutto per i suoi racconti brevi, questo romanzo del 1925 tradotto da Cesare Pavese ci porta negli Stati Uniti rurali per incontrare Bruce Dudley, un uomo che decide di lasciare la moglie e la sua carriera di giornalista a Chicago per mettersi alla ricerca della propria identit&agrave;. Inizia cos&igrave; un viaggio che lo porter&agrave; ad attraversare il Mississippi e poi raggiungere Old Harbor, nella valle del fiume Ohio, dove era cresciuto con la famiglia. La serenit&agrave; apparentemente riconquistata viene per&ograve; cancellata dall&#39;incontro con una donna che lo porter&agrave; di nuovo a rimettersi in discussione. Leggerete di libert&agrave; individuale ma anche di convenzioni sociali che gi&agrave; all&#39;epoca apparivano decisamente strette all&#39;autore, del rapporto tra bianchi e neri e di perdita dell&#39;innocenza. Lo stesso Pavese considerava questa l&#39;opera pi&ugrave; importante di Anderson anche per uno stile che non esit&ograve; a definire &#39;non pi&ugrave; dialetto, ma linguaggio ripensato, ricreato, poesia&#39;. Di Anderson, col marchio Nobel, Fermento ha pubblicato&nbsp;<b>&#39;Un povero bianco&#39;.</b>&nbsp;&nbsp;<i>All&#39;interno - come in tutti i volumi Fermento - gli &quot;Indicatori&quot; per consentire al lettore un agevole viaggio dentro il libro.</i>