<b>Essi pensano ad altro</b> &egrave; un romanzo dello scrittore&nbsp;<b>Silvio D&#39;Arzo</b>, scritto negli anni Trenta ma pubblicato nel 1976 e ambientato a <b>Bologna</b>, citt&agrave; di cui l&#39;autore tratteggia il carattere monotono e provinciale.&nbsp;&nbsp;<br /><br /><i>Quando egli giunse al numero sette bis di Via Marsala, il cielo d&rsquo;un color morto e compatto d&rsquo;alluminio era malinconico come gli sbadigli e l&rsquo;acqua delle pozzanghere, ed un po&rsquo; meno dell&rsquo;asfalto forse su cui i pneumatici delle macchine e dei camion davano uno strano rumore. &laquo;Forse non riuscir&ograve; a trovarla,&raquo; pens&ograve; poi. Perch&eacute; viaggiava per la prima volta e le sue scarpe erano ancora cos&igrave; terribilmente goffe e lucide e quasi inesperte ancora di vie e pietre, da sentirsi vagamente convinto che arrivare a destinazione e trovare casa numero e cortile si potesse solo per un caso o una fortunata combinazione, non per altro.<br />Intanto si sentiva lontano dalle cose. La gente, passando svelta sotto l&rsquo;acqua, mostrava un&rsquo;indifferenza remota, quasi offensiva, e il colore degli impermeabili, pi&ugrave; grigi ancora sotto quella pioggia, appariva anche pi&ugrave; triste, sconsolante. Le spalle che si indovinavano in una magrezza rassegnata sotto la gomma, facevano provare un lontano ricordo di disagio.</i><br /><b>Essi pensano ad altri</b>, Silvio D&#39;Arzo<br /><br /><b>Silvio D&#39;Arzo</b> (pseudonimo di Enzo Comparoni, 1920-1952) &egrave; stato uno scrittore italiano. Ha coltivato uno stile di scrittura semplice ed elegante, con un&#39;invenzione sempre vitalistica e influenzato dalla letteratura inglese. Il suo romanzo d&#39;esordio, &quot;All&#39;insegna del Buon Corsiero&quot; (1942), &egrave; ambientato in un Settecento di fantasia ed &egrave; un esempio di adesione a un ideale iperletterario. Il suo capolavoro, &quot;Casa d&#39;altri&quot; (1953), invece, manifesta la sua naturale vocazione intimistica. D&#39;Arzo ha anche scritto racconti per ragazzi, come &quot;Penny Wirton e sua madre&quot; (1978) e &quot;Il pinguino senza frac&quot; (1983), entrambi pubblicati postumi. Altre opere includono &quot;Maschere, racconti di paese e di citt&agrave;&quot; (1935), &quot;Essi pensano ad altro&quot; (pubblicato postumo nel 1976) e le poesie di &quot;Luci e penombre&quot; (1935).&nbsp;