<i>Devo farvi una confessione: </i><i>detesto</i><i> scrivere poesie. </i><i>Lo dico davvero. Preferisco far respirare i pensieri nel polmone di un racconto, allungarli nel brodo di una storia. Sono un bottegaio di pensieri-easy ma, a volta, mi tocca macellare i pensieri, alchemizzarli nella sintesi che solo la poesia pu&ograve; garantire.</i><br /><i>Nel suo essere sintomatica dell&rsquo;attimo, sparata dal fulmine del pensiero, la poesia &egrave; stimolo riconoscibilissimo. L</i><i>&#39;idea </i><i>si accende allora</i><i> nei versi, gi&agrave; tentati dalla metrica. Il verso sciolto gira libero, scende dalla scaletta del cervello, per scivolare nel fiume delle parole, bagnarsi un attimo, uscire al freddo della pagina, rimettersi il rossetto. Sparire. </i><i>Questo &egrave; la poesia</i><i>.</i><br /><i>La poesia &egrave;, </i><i>quindi</i><i>, un infido fuoco di paglia, un amore liceale: inizia con promesse roboanti, salt</i><i>ella </i><i>qua e l&agrave; su un paio di versi, si permette di invitare a ballare l&#39;</i><i>I</i><i>nfinito e poi fugge come una principessa vigliacca dall&#39;appuntamento con la letteratura. </i><br /><i>Giudico la poesia, in questo, tragicamente umana. </i><br /><i>Chi studia l&rsquo;economia della letteratura, dice che la poesia &egrave; una battaglia persa. Troppi poeti da cassetto e da casetta, poca gente che capisce: meglio i libri di bricolage.</i><br /><i>Ma io c</i><i>i vedo un futuro nella poesia. Lo leggo nella necessit&agrave; che ognuno di noi sente di garantirsi un momento memorabile. </i><i>Ci&ograve; che, generalmente, </i><i>si conclude con la lettura del foglietto dei Baci Perugina &egrave; il sintomo premorboso della ricerca dell&rsquo;Assoluto.</i><br /><i>Questa &egrave; </i><i>la poesia del futuro, questa brevicomposizione armata di qualit&agrave; sintetica ineliminabile. Per i contemporanei la poesia &egrave; la scaletta che ci consente di salire al piano superiore, di visitare l&rsquo;altrove, senza passare attraverso altri mediatori. </i><br /><i>La poesia &egrave; la religione dell&rsquo;Io, per certi versi (passatemi la battuta).</i><br /><i>Queste 50 poesie</i><i>, quindi, </i><i>vibrando sentimenti-bytes</i><i> in pochissimi versi, fanno esplodere una primavera nel cuore. E questo &egrave; bello. Ed &egrave; necessario per chi vuole sbagliare, con classe. </i><br /><i>Oppure per quanti vogliano fare l&rsquo;upgrade alle frasi dei baci Perugina. </i><br /><i>Queste poesie sono pericolose</i><i>, perch&eacute; </i><i>sono la voce</i><i> dei sentimenti. Miei. Vostri. Di tutti.</i><br /><i>Un consiglio, allora: n</i><i>on accettate poesie dagli sconosciuti. Parola di poeta.</i><br />&nbsp;