<br />Che la mafia sia un fenomeno sociale e culturale prima ancora che criminale &egrave; evidente fin dall&rsquo;uso grammaticale del temine: si parla di &ldquo;mafia&rdquo;, come nome comune, per indicare una mentalit&agrave;, un atteggiamento, un modo di relazionarsi agli altri; e poi ci sono le mafie con i loro diversi nomi propri: Cosa nostra, &rsquo;Ndrangheta, Sacra corona unita, Societ&agrave; foggiana e cos&igrave; via. Nel linguaggio corrente i due piani spesso si intersecano, col rischio, per&ograve;, di generare una confusione concettuale di cui le stesse organizzazioni mafiose si sono sempre avvantaggiate. &ldquo;La mafia non esiste&rdquo; &egrave; stato il refrain durato per decenni, proprio perch&eacute; era difficile trovare un nesso diretto e giudiziariamente rilevante tra un comportamento diffuso e specifiche azioni delittuose. Nel definire con precisione la natura del fenomeno e l&rsquo;organizzazione, la struttura gerarchica, i rituali e le &ldquo;specializzazioni&rdquo; delle diverse organizzazioni mafiose, questo libro, frutto da una parte della lunga esperienza investigativa e dall&rsquo;altra di quella di insegnamento dell&rsquo;autore, svolge un compito chiarificatore e didattico allo stesso tempo. Perch&eacute; proprio oggi che la mafia non viene pi&ugrave; percepita come un&rsquo;emergenza nazionale &ndash; agire lontana dai riflettori, del resto, &egrave; proprio la sua modalit&agrave; di (non) comunicazione &ndash; conoscerla e capirne i segreti diventa un&rsquo;urgenza morale.