Il libro H (VIII) della&nbsp;<i>Metafisica</i>&nbsp;di Aristotele, tradizionalmente considerato come una mera appendice all&rsquo;indagine sulla sostanza sviluppata nel precedente libro Z (VII), ne costituisce, in realt&agrave;, il decisivo completamento teorico. Lungi dal rappresentare un insieme di corollari dotati di debole continuit&agrave; reciproca, i sei capitoli che compongono H rivelano una struttura argomentativa solida volta all&rsquo;elaborazione di una dottrina della materia senza materialismo. Mentre nel libro Z la materia sembra detenere uno statuto non propriamente sostanziale, nel libro H essa &egrave;, a tutti gli effetti, considerata sostanza. Obiettivo di Aristotele &egrave; quello di mostrare come ci&ograve; non implichi, per&ograve;, l&rsquo;approdo a nessuna forma di materialismo. Se lo scopo di Z &egrave; l&rsquo;analisi delle ragioni per cui la forma &egrave; sostanza prima, lo scopo di H &egrave; l&rsquo;analisi delle ragioni per cui la materia &egrave; sostanza seconda. Cos&igrave; interpretato il senso del compimento che H rispetto a Z rappresenta, &egrave; possibile tenere fermo il presupposto per cui sia Z e non H il libro in cui emerge il pi&ugrave; importante dei risultati su ci&ograve; che &egrave; sostanza, senza con ci&ograve; ridurre H a un ruolo meramente sussidiario rispetto a quello svolto da Z.