Stefano Frigieri si addentra in una dimensione del terrore che non &egrave; fatta di paura, ma di ombre e ambiguit&agrave;, di coincidenze inquietanti e misteri irrisolvibili. Si serve del fascino dell&rsquo;anormale e del misterioso per avvincere il lettore e tenerlo inchiodato alla pagina, all&rsquo;erta e pronto a reagire se alzando lo sguardo incontra quello di uno sconosciuto che lo osserva a sua volta&hellip; &Egrave; il fascino proprio di un evento bizzarro, di quel qualcosa di indefinito che pare essere in procinto di verificarsi facendosi beffa della nostra razionalit&agrave;. Un fascino a cui sottrarsi &egrave; impossibile perch&eacute; in ognuno di noi c&rsquo;&egrave; il mostro cattivo relegato al sicuro in una stanzetta a tenuta stagna che ambisce a confrontarsi coi suoi simili. E solo noi ne siamo la chiave. Lo scrittore ci offre le indicazioni per trovare la porta.<br />Oltre quella porta, creature che si nutrono di cellule umane, di sudari, che sopravvivono grazie a trasfusioni di sangue giovane, in agguato per vendicarsi di un torto, spiriti che ritornano dall&rsquo;aldil&agrave;, che non riescono ad abbandonare i propri affetti, una strega che frequenta lo studio di un medico e un frate che d&agrave; fuoco alla propria abbazia&hellip;<br />Dieci racconti per una silloge di ottimo spessore narrativo che chiama in gioco le nostre pi&ugrave; ataviche paure e ci invita a <i>prudenti</i> riflessioni su quella realt&agrave; oltre il visibile a cui si pu&ograve; decidere di prestare attenzione oppure no.