“Indalecio si accese una sigaretta, inspirò il fumo e osservò di sottecchi i passanti. Era settembre e dove si trovava faceva molto caldo. Per lui non era di certo un problema considerate le sue origini messicane. La città era affollata, alcuni turisti scattavano foto alla fontana ed ai monumenti. Giovani e meno giovani si ristoravano chi con della semplice acqua, altri con bibite ghiacciate. Tirò un’altra boccata di fumo mentre si avvicinava anch’egli alla fontana. Non voleva dare nell’occhio. Poteva essere scambiato per un turista ed in parte lo era, ma la realtà era diversa. A Roma c’erano diversi messicani emigrati in cerca di fortuna si disse, ma ribadì a se stesso che uno come lui non passava di certo inosservato. Doveva stare attento e gli occhiali scuri tutelavano in parte le sue ansie. Era stato avvisato sul conto di quella nazione e delle città italiane. Nonché sul popolo italico “non molto diverso dal mio pensò… soprattutto il meridione”. Non gli fu certo di consolazione poiché lo scopo della sua missione era quello di infiltrarsi nel sistema tessuto ad opera d’arte dalla mafia stessa. Gettò il mozzicone a terra e lo spense.” Passi di: Stefano Frosini. “Il risveglio sinderia”. iBooks.