Incalzante e dai ritmi di una corsa a perdifiato, il romanzo di Stefano Maffei attanaglia il lettore, rendendolo quasi schiavo della curiosit&agrave; che cresce pagina dopo pagina, alla ricerca dell&rsquo;acme della vicenda. Una scrittura scorrevole, attenta ai dettagli e fortemente drammatica, avvinghia chi legge e lo proietta in un thriller ricco di fatalit&agrave; che solo alla fine troveranno una spiegazione.<br />Un inquietante invito, protetto da una busta sinistramente nera, raggiunge una comitiva di ex compagni di liceo, chiamandoli a ritrovarsi dopo molto tempo. Cos&igrave; i capitoli si sfogliano come album che raccontano dei personaggi coinvolti, intrecciandone le vite affamate di futuro ma allo stesso tempo irrimediabilmente legate a un evento del passato che ha segnato le loro esistenze.&nbsp;<br />In un continuo andirivieni tra la storia in presa diretta e i flashback che puntellano il racconto, l&rsquo;autore ci chiama a ricostruire i pezzi di un puzzle dai contorni sempre pi&ugrave; angoscianti.&nbsp;<br />Ci si addentra sempre pi&ugrave; nelle storie dei protagonisti, vedendo con i loro occhi e camminando sulle loro gambe, adeguando il ritmo del proprio cuore ai battiti di tensione degli attori che di volta in volta calcano la scena del racconto.<br />Rumori oscuri, sinistre coincidenze metteranno in moto la mente di chi legge, alla ricerca del deus ex machina dell&rsquo;incubo che coinvolge tutti.&nbsp;<br />Mosca Cieca diventa un folle gioco cui siamo chiamati a partecipare, un brancolare nel buio, alla ricerca della soluzione finale che non arriva se non dopo l&rsquo;ennesimo colpo di scena, abilmente architettato dalla penna dell&rsquo;autore.<br />Non sarebbe giusto andare oltre. Stefano Maffei ci dona un&rsquo;occasione per abbandonare il nostro corpo e far muovere il nostro spirito attraverso le righe di un thriller che lascia senza fiato, dalla prima all&rsquo;ultima ambitissima riga.<br />&nbsp;