Augurandomi con incrollabile ottimismo che le bislacche vicende del mio Medardo (Dardo per gli amici) e della sua scombinata ciurma, siano capaci di restituire, almeno in parte, lo stesso scanzonato svago regalato a me nel corso della sua stesura, mi sentirei di approfittare di questa occasione per togliermi anche un sassolino dall&rsquo;infradito.<br />Iniziativa che potrebbe apparire fuori luogo, dal momento che vorrei ricollegarmi ad un altro mio libro e dove, tuttavia, ritrovando anche in questo la partecipazione di tanti personaggi incontrati nel precedente, se ne potrebbe vedere il seguito.<br />Mi sto riferendo al mio <i>Sirventese Notturno,</i> altro ambizioso aspirante best seller, pubblicato per lezia con un sottotitolo di tutto rispetto (preso e parafrasato dal buon Ariosto).<br />Quando, in questo clima di diffusa approssimazione, non mi stupirei granch&egrave; se trovassi trascritto: del &ldquo;Buon Arrosto&rdquo;!<br />E fu cos&igrave; che, allora, un p&ograve; per assonanza e un po&rsquo; per dare una mia particolare connotazione a quelli che vorrebbero disquisire su di un determinato argomento senza averne la competenza (quindi capaci solo di cavillare) mi sono permesso la licenza di bollare quali &ldquo;Cavilleri&rdquo; tutti coloro (e nel mio libro se ne incontrano parecchi) che si mettono ad arzigogolare di cavilli.<br />Ma evidentemente il senso di questa mia spericolata invenzione deve essere sfuggito a chi, pedissequamente, ne ha trascritto la presentazione in rete.<br />Riuscendo a banalizzare completamente (come se ce ne fosse stato il bisogno) tutto il significato.<br />E grazie al quale, ancor oggi, mi trovo inseguito da fantomatici e decisamente indesiderati &ldquo;Cavalieri&rdquo;!