Fra dieci anni esisteranno ancora le banche? O la tecnologia le spazzer&agrave; via per sempre?<br />Il rischio &egrave; concreto e la rapidit&agrave; con cui evolve il settore del fintech alimenta il dubbio.<br />Il settore, che da secoli &egrave; al centro del sistema capitalistico, alimentando progetti e promuovendo innovazione, rischia di cambiare profondamente, addirittura di scomparire. Prestare denaro all&rsquo;epoca dei cosiddetti tassi zero, non &egrave; pi&ugrave; remunerativo. Trasferire denaro &ndash; operazione che per anni ha fruttato laute commissioni &ndash; &egrave; diventato un gioco da ragazzi: basta una &laquo;app&raquo; per superare ostacoli spazio-temporali. Cos&igrave; agli istituti di credito negli ultimi dieci anni si &egrave; ristretto il perimetro della operativit&agrave;. E nel prossimo decennio? Undici protagonisti del credito rispondono agli interrogativi sul futuro del settore.<br />Una cosa &egrave; certa, se le banche sopravviveranno saranno molto diverse da come le abbiamo conosciute.<br />Da un&rsquo;idea di Liuc &ndash; Universit&agrave; Cattaneo, Fondazione Corriere della Sera e L&rsquo;Economia, con il contributo di Fondazione Comunitaria del Varesotto, Aifi (Associazione Italiana del Private Equity, Venture Capital e Private Debt) e Kpmg, &egrave; nato &laquo;Banca Impresa 2030&raquo;, Osservatorio sul cambiamento del rapporto tra banca e impresa, alla luce del continuo progresso tecnologico registrato negli ultimi anni.<br />Lo Steering Committee dell&rsquo;Osservatorio, incaricato di promuovere e moderare gli incontri tematici previsti, &egrave; composto da Anna Gervasoni, Anna Maria Tarantola, Giovanni Gorno Tempini, Daniele Manca e Stefano Righi.