Una donna e un uomo si affrontano in uno studio legale. Lei &egrave; perentoria e incalzante, lui un cartone animato che urla, sbuffa e prende a calci un com&ograve;. Per un avvocato che ama solo il suo cavallo, la cliente &egrave; una femminista impertinente che respinge le sue avances e filosofeggia nel suo studio a briglia sciolta. Per una cliente che detesta il suo avvocato, lui &egrave; un creatore indefesso di garbugli, l&rsquo;immagine vivente di un penalista che fa pena. Dentro un ufficio che sembra un sexy shop, va in scena la proposta indecente di un temerario allenamento filosofico. Il tutto secondo i canoni di quella contrapposizione egoica che da sempre tiene occupati uomini e donne in un braccio di ferro infinito. Ma il duello verbale pu&ograve; anche trasformarsi nello scambio incessante di una comunicazione costruttiva, se ci si ricorda che i personaggi sono prima di tutto attori e persone, cio&egrave; maschere, e che le maschere, strumenti di confine e di flessibilit&agrave; identitaria, costituiscono il vero privilegio dell&rsquo;attore, il training mai abbastanza sperimentato da cui tracciare un cammino di attiva consapevolezza. Dunque chi sono i veri protagonisti in scena? Una cliente con il suo avvocato, due attori che si interrogano sui loro personaggi o un giornalista che sta intervistando l&rsquo;autrice? Citando Kantor e Pasolini, questa insolita pi&egrave;ce di teatro filosofico ci rimanda, nella sua stimolante complessit&agrave;, ad un nuovo paradosso dell&rsquo;attore come missione di salvataggio, umanitario e poetico, da tutti i teatrini finti che minacciano la nostra integrit&agrave;.<br />? ? ? ? ? <i>Dal momento che ho avuto l&rsquo;onore di leggere per primo Cavilli a cavallo, duelli e granelli, e di conoscere l&rsquo;autrice, voglio celebrarne qui il talento primario, ovvero la capacit&agrave; di trasmettere a chi legge il divertimento di chi scrive. Questi dialoghi a bruciapelo sottendono senza dubbio considerazioni amare in un sottofondo percepibile di interrogativi irrisolti, ma sempre all&rsquo;insegna di un impianto dilettevole e giocoso che invita tutti a sgranchirsi le meningi ridendo.</i><br /><b>Antonio Angela, operatore di ripresa e appassionato di teatro</b><br />? ? ? ? ? <i>Che testo originale! La guerra dei sessi e una grandine di battute nella collisione di due personalit&agrave; estreme; il senso dell&rsquo;umorismo, la riflessione filosofica e perfino un gatto tra i protagonisti: vorrei essere io cos&igrave; brava da interpretare il personaggio femminile senza il fiatone, ma tra inseguimenti, salti sui tavoli e rapping da ufficio, il fiato mi sa che ci vuole, e anche il fisico!</i><br /><br /><b>Luisa Rasi, attrice</b><br />? ? ? ? ? <i>Questo testo mi ha coinvolto. Sto ultimando una tesi in diritto penale e mi sono sentito come il vecchio Scrooge di Dickens, visitato per&ograve; dagli spiriti per una provocatoria quanto esilarante panoramica sulla professione che mi aspetta. Ho molto ammirato l&rsquo;ironia e la cultura dell&rsquo;autrice. Spero di non diventare anch&rsquo;io &laquo;un penalista che fa pena&raquo;.</i><br /><b>Michele Caretti, laureando in Giurisprudenza</b>