Da qualche tempo, ma sarebbe meglio dire da qualche secolo, le religioni stanno vivendo un periodo molto critico, anche se qualcuno, ottimista, pensa che ci sia un revival disordinato, cioè un ritorno alla fede non ben lineare. In ogni modo la crisi è profonda, ma non c’è da stupirsene, perché il Cristianesimo, come tutte le altre religioni, si fonda sulla «sabbia della fede», non sulla «roccia della realtà». Aver fede in una divinità, come viene insegnato ai bambini, significa credervi con certezza, anche se non è stata mai vista e nemmeno percepita. Ciò che il cuore avverte con una immagine sacra o con la Bibbia è un sentimento che non deriva dal Cielo, ma dal cuore, dal proprio «io» profondo. Tutta la credenza relativa alla divinità è una montatura che l’uomo ha elaborato, senza alcun riscontro, se non la pace intima e l’illusione di essere ascoltato.<br />Qualcuno, consapevole di astrattezze dogmatiche e di contraddizioni non più accettabili, si sforza di eliminarle per presentare la fede in una versione rinnovata e salvare così il Cristianismo (analogo sforzo ci sarebbe presso le altre confessioni). Tuttavia alcuni spiriti inquieti, nella scia dei coraggiosi del passato, insistono contrastando sia costoro sia il Magistero, per rendere vittoriosa la verità e radiosa la sua luce, così da migliorare la vita individuale e sociale.<br /><br /><b>Ton Milan</b> nacque nella Puglia del dopoguerra e visse in un clima stagnante della religione, che tuttavia permetteva di tollerare la dura vita contadina, ancora prigioniera della mentalità feudale. La sordità parziale, diagnosticata in verde età, ma che lo aveva colpito sin dalla nascita, lo aveva plasmato negativamente. A vent’anni un intervento chirurgico invasivo lo rese completamente sordo. Sentendosi perso, la fede cattolica gli fu molto utile all’inizio come ancora di salvezza, non avendo altro, ma in seguito si rivelò insufficiente (non fu aiutato da Dio, ma dall’«io» assimilatogli, come comprese in seguito).<br />Pur confinato nel suo angusto handicap, si trasferì al Nord, dove lentamente si sentì rinascere, sgretolando «pezzo per pezzo» il complesso edificio in cui si sentiva racchiuso, non senza crisi acute, per la sua sete di riscatto e per pervenire all’agognata verità, che gli si era balenata, trovandosi in un ambiente diverso. Così dopo gli anni avventurosi di riflessioni, contattando alcuni studiosi, frequentando alcune chiese, attingendo a libri e riviste, è pervenuto a una riconsiderazione razionale di Dio, cioè alla sua inesistenza, avvalendosi del proprio silenzio e molto spesso anche della sua solitudine. Oltre che di "Contro Mancuso e la Chiesa" è autore di numerosi saggi, raccolte di poesie e di due romanzi autobiografici.