La ricerca di un orientamento sicuro, l’ansia della dignità personale e l’incanto dell’amore costituiscono il pathos di queste liriche, scritte in un lungo arco di tempo, al margine del dramma esistenziale dell’autore. Inizialmente egli visse nell’umile ambiente contadino della Puglia del dopoguerra, che gli resterà sempre impressa nel suo cuore; poi si trovò nel torbido clima sessantottesco di Milano. Questa, divenuta la sua seconda città natale, sfociò in seguito, sull’onda del progresso, nel terziario dei computer, subentrato alla sparizione delle grandi fabbriche manifatturiere. In queste ambientazioni ebbe modo di affinare la sua modesta poesia, sempre fedele alla ricchezza spirituale, non lasciandosi abbagliare dallo sfolgorio del consumismo.<br /><br /><b>Ton Milan</b>, nato in un ambiente contadino della Puglia, terzo di quattro figli, visse sotto la cappa religiosa che offriva il confortante Cielo per tollerare la severa vita spartana. In verde età gli fu diagnosticata una sordità parziale, che in realtà lo aveva colpito sin quasi dalla nascita, rendendogli difficile la vita, pur spensierata negli anni della fanciullezza.<br />A vent’anni un intervento invasivo lo rese completamente sordo, scaraventandolo nel silenzio assoluto. Per le sue gravi crisi intime la fede cattolica gli fu utile come un’ancora di salvezza, non avendo altro. La sua febbrile voglia di evadere lo sospinse infine al Nord. Per la sua sete di riscatto soggiornò nel Messico per alcuni mesi e visitò Praga e Kiev.<br />Dopo varie crisi religiose e decenni di riflessioni, letture ed esperienze sociali, è approdato a una riconsiderazione razionale di Dio, cioè alla sua illusorietà, trovando equilibrio, dignità e autostima nella realtà della vita e della natura, sottoposte alle leggi dell’universo.