Due essenzialmente sono le immagini che ricorrono nei testi e negli autori presi in esame per raffigurare la memoria, quella della tavoletta di cera su cui s&rsquo;imprimono i caratteri grafici e le esperienze da ricordare, quella del magazzino come luogo ove si accumulano le conoscenze e i concetti. In tale metafora &egrave; implicito anche il carattere spaziale delle tecniche mnemotecniche della tradizione retorica che si servivano, per poter fissare i concetti nella memoria, di un&rsquo;operazione spaziale, collocando le nozioni in luoghi reali o fittizi, ripercorrendo i quali ci si pu&ograve; ricordare la nozione che vi &egrave; collegata.<br />Oltre che spaziale ogni metafora della memoria &egrave; anche temporale e come tutti i dati temporali &egrave; ancorata nelle nostre percezioni. Non vi &egrave; per noi tempo se non quello percepito da quella sensibile clessidra che sono i nostri sensi e il nostro corpo. Il senso della memoria &egrave; anche il modo con cui la memoria s&rsquo;inscrive nei nostri sensi, &egrave; anche il modo in cui ogni tempo storico si raffigura la memoria culturale di una nazione o di un periodo.<br />&Egrave; quest&rsquo;idea della memoria come recupero delle tracce, del rimosso, che, contigua con la psicoanalisi, la teoria letteraria insegue in vario modo nei testi della modernit&agrave;.