Un diario intimo che scava fino in profondit&agrave;, che prova a riportare a galla ogni giorno tutto quello che di buono e bello c&rsquo;&egrave; nella vita. Da quando, tre anni fa, la malattia l&rsquo;ha costretta sulla sedia a rotelle, Valeria Ghidoli lotta con tutte le sue forze per rendere la sua vita il pi&ugrave; vivibile e serena possibile. In queste pagine ci racconta come lo fa, grazie a una grande pazienza, alla capacit&agrave; di reagire alle piccole e grandi sconfitte di ogni giorno e di tenersi strette le conquiste fatte. Traspare il senso di gratitudine profondo verso chi le sta vicino e la voglia di continuare a ritagliarsi un angolo di mondo in cui sentirsi bene.&nbsp;<br /><br /><b>Valeria Ghidoli </b>&egrave; nata a Verona il 12 gennaio del 1955. Ha una laurea triennale in Servizio Sociale e un Master di primo livello in Mediazione Culturale. Ha lavorato per pi&ugrave; di quarant&rsquo;anni presso gli Asili Nido del Comune di Verona, per vent&rsquo;anni col ruolo di coordinatrice.&nbsp;<br />Ha pubblicato un paio di articoli su una rivista specializzata &ldquo;Bambini&rdquo; e attualmente collabora con l&rsquo;associazione GALM (Gruppo Animazione Lesionati Midollari).<br />Dopo la pensione, anche dopo l&rsquo;evento che, nel 2019, l&rsquo;ha portata in carrozzina, ha continuato la collaborazione con Terra dei Popoli, associazione che lavora nell&rsquo;ambito della Mediazione Linguistico-Culturale, con cui, durante il lockdown, ha portato a termine un progetto di insegnamento della Lingua 2 on line con mamme migranti.