Tutto ha inizio con la folgorante constatazione che a 13 anni dall’avvio nel mondo del lavoro, i tre quarti della giornata sono fatalmente, scandalosamente ed irrimediabilmente dedicati alla cosiddetta ‘attività professionale’. Tradotto in termini più concreti, tolta l’ora del risveglio e quella per i pasti, rimangono appena tre ore al giorno per: educare i tuoi figli, sistemare la casa, vedere un film, fare sport, leggere un libro, chiamare un’amica, portare i bambini dal pediatra...la gatta dal veterinario, i colloqui con le maestre, i brevetti di nuoto, le feste dei compagni, la ginecologa, un benedetto teatro e possibilmente, con l’ultimo fiato ancora nei polmoni, giocare a tamburella con il marito la sera prima di addormentarsi. La storia, un’autobiografia fedele alla realtà, racconta con delicata ironia la quotidianità di una mamma lavoratrice che dopo una lunga gavetta professionale, si ritrova a dover conciliare il complicato mondo lavorativo fatto di capi da gestire e mission da raggiungere con l’ancor più complesso universo degli impegni familiari rappresentati dalla diabolica triade: figli, casa e marito. Un vero e proprio viaggio nella realtà odierna, dove si scorgono spaccati di vita sociale, professionale e familiare in cui è difficile non ritrovare delle affinità.