Ci vediamo al Jamaica &egrave; un amalgama tra fiction e realt&agrave; che rende omaggio a un pezzo di storia della cultura italiana degli anni Sessanta.<br />Noto come caff&egrave; degli artisti, poich&eacute; prossimo a Brera, il Jamaica di mamma Lina e del figlio Elio Mainini fu punto d&rsquo;incontro di esperienze intellettuali e umane, dove si ritrovavano personaggi gi&agrave; molto noti nel mondo dell&rsquo;avanguardia pittorica, della scultura, ma anche galleristi, sommi poeti, letterati, critici, giornalisti, registi cinematografici, attori e attrici, i fotografi pi&ugrave; noti del panorama italiano, bellissime donne e modelle dell&rsquo;Accademia e tanti altri che si divertivano ad assaporare l&rsquo;atmosfera di un ambiente libero da pregiudizi e aperto a tutte le novit&agrave; artistiche e alle forme di pensiero, dove &ldquo;ci si sentiva felici perch&eacute; era plausibile prospettarsi un futuro, senza divisioni di sorta, poich&eacute; era l&rsquo;arte a unire tutte le estrazioni sociali in un sodalizio di amicizia&rdquo;. I protagonisti del racconto sono due: un condomino agiato e un abitante di una casa popolare.<br />Soresiani, benestante &ldquo;scapolo in modo assolutamente naturale&rdquo;, si ritrova in pieno agosto in una grande citt&agrave; deserta, Milano. Ma lui pi&ugrave; di tanto non si preoccupa, &egrave; &ldquo;un misantropo quasi autosufficiente&rdquo;, ed &egrave; stanco di subire i &ldquo;proforma&rdquo;, le convenzioni che sono la regola del palazzo in cui vive.<br />In un&rsquo;altra casa, e in una ben peggiore situazione economica, troviamo il mago Thot, che tanto esperto delle sue potenzialit&agrave; non sembra. Avr&agrave; bisogno dell&rsquo;assistenza della fantasiosa amica Laura, aspirante attrice del Piccolo Teatro, e di un pizzico di astuzia per cambiare la propria sorte.<br />Due personaggi cos&igrave; non avrebbero nulla in comune, se non la stranezza; ma siamo nella Milano degli anni Sessanta, e cos&igrave; accade che i due protagonisti si ritrovino, con alterne vicende, insieme a scrittori, pittori, musicisti e rivoluzionari della parola. Tutti a banchettare e a discutere al Jamaica, luogo mitico della boh&egrave;me milanese, e a vivere eccitanti avventure quotidiane per le vie di Brera. Questo nuovo stile di vita diverr&agrave; per i protagonisti il crocevia necessario per un cambiamento radicale rispetto alla monotonia delle loro esistenze e, finalmente rinnovati, proiettati nella Nouvelle Vague tra Milano, Parigi e il resto del mondo.<br /><br /><br /><b>Wilma Minotti Cerini</b> &egrave; nata a Milano nel 1940. Vive attualmente a Pallanza. Ha all&rsquo;attivo diverse pubblicazioni. Per la poesia: La luce del domani; Alla ricerca di Shanti (Prometheus, Milano, 1993); La strada del ritorno (Guido Miano, Milano, 1996). In campo saggistico: Caro Gozzano (1997); Una questione di dosaggio; un breve romanzo dal titolo Rajana (Edizioni ENS Scritture, Abbiategrasso, 1998) e il racconto filosofico I figli dell&rsquo;illusione (edizione Blu di Prussia, Piacenza, 2008). Presente nella Storia della letteratura italiana e nel Dizionario autori italiani contemporanei (Guido Miano, Milano).<br />&nbsp;