A cavallo tra il diciannovesimo e il ventesimo secolo, in una Cina brulicante di movimenti riformisti e modernizzatori, l&rsquo;uguaglianza di genere fu una delle tematiche pi&ugrave; discusse. In questo contesto, fomentato da logiche perlopi&ugrave; nazionaliste e anti-imperialiste, He-Yin Zhen ??? (1884-1920?) rappresent&ograve; una voce fuori dal coro, un elemento di rottura, di fatto una delle poche ad aver preso posizioni radicali e critiche in termini antinazionalisti all&rsquo;interno del dibattito intellettuale dell&rsquo;epoca.<br /><br />Curato e tradotto da Cristina Manzone,&nbsp;<i>He-Yin Zhen, Il tuono dell&rsquo;anarchia</i>&nbsp;rappresenta la prima raccolta in lingua italiana del lavoro della filosofa cinese. Arricchito da note curatoriali che riescono a far immergere chi legge nell&rsquo;atmosfera del tempo,&nbsp;<i>He-Yin Zhen, Il tuono dell&rsquo;anarchia</i>&nbsp;rappresenta la punta pi&ugrave; avanzata di un modello a noi inedito di anarco-femminismo, grondante di filosofia confuciana, di rabbia e pura potenza retorica.<br /><br />&laquo;Nell&rsquo;antichit&agrave; come nel presente, raramente le donne muoiono per loro colpa&raquo;