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I deboli sono destinati a soffrire?: L’Europa, l’austerità e la minaccia alla stabilità globale. E-book. Formato EPUB Yanis Varoufakis - La Nave Di Teseo, 2016 -
Il destino dell'economia mondiale è in bilico, e l'Europa sta facendo tutto il possibile per minarlo: la tensione tra i paesi membri è altissima, e il rapporto con l'alleato di sempre, gli Stati Uniti, molto compromesso. In questo drammatico racconto dell'ascesa e del colossale crollo dell'economia europea, Yanis Varoufakis spiega come le radici del collasso vadano rintracciate molto più a fondo di quanto i nostri leader siano disposti ad ammettere - e come finora non sia stato fatto nulla per porvi rimedio. Da quando l'uragano della crisi economica si è abbattuto sull'Europa, infatti, i leader degli stati membri hanno scelto di rispondervi con una miscela di misure votate all'indebitamento e all'austerità invece di mettere in piedi un sistema di riforme, lasciando così che fossero i cittadini più poveri delle nazioni più povere a pagare il prezzo degli errori commessi dalle banche, e non facendo nulla per prevenire la prossima crisi. Al contrario, le politiche di austerity ricadute sulle nazioni più deboli, già colpite dalla recessione, hanno favorito l'insorgere di sentimenti estremisti e razzisti. Già ministro delle Finanze nel governo Tsipras, Varoufakis ha un posto in prima fila nelle stanze dove si decide la politica economica europea, e svela come la zona euro, senza un radicale cambiamento di direzione, rappresenti un castello di carte destinate a cadere e una minaccia per se stessa e la stabilità globale.
L'alternativa all'Europa del debito: Dopo Brexit e caso greco, un Piano B contro l'austerità. E-book. Formato EPUB Aa.Vv. - Edizioni Alegre, 2016 -
Negli ultimi anni la politica europea si è distinta per la tenacia con cui ha perseguito politiche d’austerità finalizzate al contenimento della spesa sociale e all’introduzione di processi di privatizzazione e precarizzazione. Oggi, come reso visibile prima dal caso greco e poi dal Brexit inglese, il processo europeo è in stato di crisi non solo economica ma anche di consenso.La tesi degli autori di questo libro è che sia urgente un Piano B, e che debba partire dalla radicale messa in discussione della pervasività che il debito pubblico e privato ha raggiunto nell’economia contemporanea. Il principale strumento proposto è quello dell’audit sui debiti pubblici, nella convinzione che non possa esserci democrazia senza trasparenza nella finanza pubblica, e che sia immorale chiedere ai cittadini di pagare un debito senza sapere come e perché sia stato contratto. La traduzione italiana del rapporto della Commissione per la verità sul debito greco – che il Governo Tsipras avrebbe potuto utilizzare con forza di fronte alla Troika – evidenzia l’insieme dei problemi giuridici, sociali ed economici legati al debito, svelandone la natura in gran parte illegale per lo stesso diritto internazionale.Più che consentire alla popolazione “di vivere al di sopra delle proprie possibilità” il sistema del debito ha permesso alle banche di fornire agli Stati periferici ingenti prestiti con tassi d’interesse strabilianti. Meccanismi simili sono svelati anche da audit locali nati in assemblee popolari in diverse città italiane, tra cui nel testo sono riportate Roma e Parma.Ma l’audit sul debito è qui proposto non solo come strumento di analisi ma anche come leva per costruire possibili politiche alternative con al centro la sostenibilità ambientale e sociale, alternative di cui il libro mostra alcuni esempi, come il quantitative easing for the people e la costruzione di reti di autoproduzione “fuori mercato”. Un Piano B dunque per uscire dall’impasse che sembra guidare l’Europa verso la disintegrazione sociale.Ben più che derivante dalla spesa pubblica la crisi europea del debito sovrano è un epifenomeno della crisi dei mutui subprime del 2007, un effetto della finanza creativa dei principali istituti bancari europei, nonché un riflesso degli squilibri interni alla zona euro. Squilibri che impongono al debito delle periferie di continuare a crescere parallelamente al surplus tedesco. Mettere in discussione il debito è, oggi, un obiettivo strategico ineludibile.
Non chiamatelo euro. E-book. Formato EPUB Angelo Polimeno - Mondadori, 2015 -
In Europa, nella seconda metà degli anni Novanta, è avvenuto un golpe. Un golpe di tipo inedito. Non c'è stato spargimento di sangue, ma molte vittime: migliaia di imprese hanno chiuso i battenti, milioni di persone, soprattutto giovani, sono rimaste senza lavoro, e altrettanti pensionati si sono ritrovati con assegni al limite della sopravvivenza. Non è stato un golpe ideologico. Non ha coinvolto un solo stato, ma tutti quelli dell'eurozona. E si è consumato quando le regole fissate dal Trattato di Maastricht - regole legittimate dai parlamenti nazionali e da referendum popolari e che grazie all'autorevolezza di Guido Carli prevedevano un impegno al rigore possibile sono state stravolte da semplici regolamenti. Ovvero da documenti di rango inferiore, che non avrebbero potuto cambiare quanto stabilito da un Trattato, che ha valore costituzionale. Questo, invece, è successo con l'introduzione dell'euro. È stata la Germania a imporlo. E l'Italia, purtroppo, non si è opposta. Le conseguenze sono state, e sono, devastanti. Uno sfregio alle regole democratiche passato sotto silenzio. Anche sulla denuncia di Giuseppe Guarino, insigne giurista che ha rivelato l'accaduto, si è sollevato un muro di gomma. Ora questo libro - scritto da un noto cronista politico del primo telegiornale italiano - va a fondo. Ricostruisce il contesto storico, cita documenti, raccoglie testimonianze. Obiettivo: informare i cittadini.