Steven Pinker eBooks

eBooks con argomento Steven Pinker di Formato Epub
EBOOK   9788833973852

Cervello alto e cervello basso: Perché pensiamo ciò che pensiamo. E-book. Formato EPUB Stephen M. Kosslyn   -  Bollati Boringhieri, 2015  - 

Sono così tanti i libri su questo tema che i due autori, consapevoli della cosa, si chiedono fin dalla prima pagina: «Perché un ennesimo libro sul cervello?». E con buon senso dell’umorismo si rispondono da soli, baldanzosi: «Perché questo è diverso». Se Stephen Kosslyn fosse una persona qualunque non ci sarebbe da fidarsi molto, ma dal momento che secondo Steven Pinker «Kosslyn è uno dei più grandi scienziati cognitivi a cavallo tra i nostri due secoli» vale invece la pena di capire meglio. Il fatto è che molti libri sul cervello ripropongono troppo spesso acriticamente miti del passato, dandoli per scontati e ignorando che nei laboratori più avanzati da molto tempo il vento è cambiato. Uno di questi miti, forse il più ripetuto e tenace, sostiene che il cervello è diviso in «emisfero destro» e «emisfero sinistro», e che le due metà fanno cose differenti: la parte sinistra è analitica e logica, la parte destra è artistica e intuitiva. Pensiamo di saperlo tutti, lo diamo per scontato, ma non è vero. Si tratta in effetti di una semplificazione grossolana, e se per caso avete appena fatto un test per capire quale delle due metà di voi sia la più sviluppata sappiate che avete solo sprecato del tempo. Ecco allora che Stephen Kosslyn, aiutato da Wayne Miller, ci propone invece un cervello «alto» e un cervello «basso». Sembra una provocazione, e in parte lo è. Il cervello in realtà non si lascia dividere tanto facilmente, ma è vero che contiene aree che fanno cose diverse, il cui sviluppo relativo determina molto di ciò che pensiamo e sentiamo. È questa la «teoria delle modalità cognitive», che viene qui divulgata per la prima volta, in maniera estremamente comprensibile, dopo decenni di ricerche. A seconda di quali parti del cervello siano più o meno attive in ciascuno di noi, il libro propone quattro modalità principali di pensiero: la «modalità dinamica», la «modalità percettiva», la «modalità stimolativa» e la «modalità adattiva». Ci sono forti evidenze empiriche che le cose stiano a grandi linee così. A quale delle quattro modalità apparteniamo? Il penultimo capitolo del libro offre un test per scoprirlo, e questa volta non è uno spreco di tempo, è un modo per conoscere meglio se stessi sulla base di conoscenze scientifiche solide e verificabili.

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EBOOK   9788833932910

Il paradosso della bontà: La strana relazione tra convivenza e violenza nell'evoluzione umana. E-book. Formato EPUB Richard Wrangham   -  Bollati Boringhieri, 2019  - 

««Wrangham mostra la storia evolutiva profonda dell’aggressività umana». »«The Wall Street Journal»««Affascinante… Il paradosso della bontà raccoglie le scoperte provenienti dall’antropologia, dalla storia e dalla biologia e costruisce un percorso lucido e completo della storia dell’addomesticamento degli esseri umani». »«The Washington Post»««Un'analisi affascinante e nuova della violenza umana, piena di idee fresche e di argomenti convincenti».»Steven Pinker««Un’analisi brillante del ruolo dell’aggressività nella nostra storia evolutiva». »Jane Goodall««Wrangham è stato il più originale e influente interprete dei fattori ecologici ed evoluzionistici che stanno alla base dell’origine della nostra specie. Nel Paradosso della bontà estende i suoi ragionamenti a un altro fondamentale tratto della nostra specie». »Edward O. Wilson««Nessuno sa più cose, pensa più profondamente o scrive meglio di Richard Wrangham». »Matt Ridley «Un’analisi brillante del ruolo dell’aggressività nella nostra storia evolutiva. »Jane Goodall«Un'analisi affascinante e nuova della violenza umana, piena di idee fresche e di argomenti convincenti.»Steven Pinker«Wrangham mostra la storia evolutiva profonda dell’aggressività umana. »«The Wall Street Journal»«Wrangham è stato il più originale e influente interprete dei fattori ecologici ed evoluzionistici che stanno alla base dell’origine della nostra specie. Nel Paradosso della bontà estende i suoi ragionamenti a un altro fondamentale tratto della nostra specie.»Edward O. Wilson«Nessuno sa più cose, pensa più profondamente o scrive meglio di Richard Wrangham. »Matt Ridley «Affascinante… Il paradosso della bontà raccoglie le scoperte provenienti dall’antropologia, dalla storia e dalla biologia e costruisce un percorso lucido e completo della storia dell’addomesticamento degli esseri umani. »«The Washington Post»«Tra le grandi bizzarrie dell’umanità c’è l’ampiezza dello spettro morale: dalla perfidia più indicibile alla generosità più commovente». Richard Wrangham espone così il nucleo portante di questo suo nuovo, stimolante libro. La domanda che pone è di quelle eterne: fondamentalmente, l’uomo è buono o cattivo? Ha ragione Rousseau col suo «buon selvaggio» oppure Hobbes e il suo «homo homini lupus»?Non è una questione da poco, perché da questo dipende il ruolo delle istituzioni nella società. In altre parole: siamo originariamente buoni, e dunque sono le costrizioni sociali sbagliate a scatenare in noi la violenza? O, al contrario, siamo intrinsecamente cattivi e solo le istituzioni giuste ci inducono a convivere relativamente in pace?Da antropologo, Wrangham attacca il problema dal punto di vista dell’evoluzione e in questo libro risponde con una teoria sorprendente, accattivante, solida e molto ben documentata in anni di studi; una di quelle teorie che possono cambiare un intero campo del sapere.Anzitutto, ci informa Wrangham, «la combinazione di bene e male nell’uomo non è un prodotto della modernità». A giudicare dal comportamento dei cacciatori-raccoglitori di epoca recente e dai reperti archeologici, le persone condividono il cibo, si distribuiscono i compiti e aiutano i bisognosi da centinaia di migliaia di anni, ma le incursioni, il dominio sessuale, le torture e le esecuzioni erano all’ordine del giorno fin dal Pleistocene. Il dato, in pratica, sembra essere naturale e non culturale.La soluzione dell’enigma inizia a delinearsi distinguendo tra due tipi fondamentalmente diversi di violenza: quella «reattiva», a caldo, istintuale, e quella «proattiva», pianificata, a freddo. Noi umani siamo ben poco reattivi istintivamente, e dunque tolleranti tra di noi, molto più di altre specie, ma siamo anche in grado di pianificare freddamente guerre e atti efferati di ogni tipo. Insomma, siamo sia buoni sia cattivi, ma in ambiti differenti. La domanda era mal posta.Ma com’è possibile che si sia evoluto questo comportamento divergente? Basandosi sulla comparazione con i nostri cugini più stretti, gorilla, bonobo e scimpanzé, e sullo studio dei diversi popoli, Wrangham espone il suo «colpo d’ala», proponendo che ci siamo «autodomesticati». Proprio come il cane, così mansueto, deriva dal lupo, tanto temuto, anche noi abbiamo selezionato in noi stessi la mansuetudine, tenendo intatta però la violenza proattiva, che risponde a meccanismi biologici differenti.La lettura di questo libro fa aprire gli occhi e getta luce, con autorevolezza e grande capacità espositiva, sugli aspetti più controversi del nostro carattere, proponendo una lettura della storia naturale di Homo sapiens al tempo stesso convincente, sorprendente e inaspettata.

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