Violenza Maternita eBooks
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Che fine ha fatto il tuo cuore. Storie di figlie. E di madri incapaci di amare. E-book. Formato EPUB Stefania Rossotti - Mondadori, 2013 -
Ci sono parole per raccontare la ferocia dell'amore materno? La più tragica, la più diffusa e taciuta, delle incapacità di amare? Stefania Rossotti prova a farlo, ascoltando le figlie, diventate adulte. Raccogliendo storie quotidiane, eppure fortissime. Storie uniche, private, ma in cui ogni donna può scoprire un pezzo di sé. La figlia che è stata, la madre che è oggi. O la madre che non ha potuto, o voluto, essere. Per fermare la catena di quel disamore: di madre in figlia. C'è la madre che muore di cancro, e anche in ospedale allontana la figlia da quel mondo tutto suo, negandole la possibilità di curarla, di accompagnarla alla fine, di volerle bene. E c'è la figlia, invece, che vuole poterle ricordare, quelle loro ultime ore. Vorrebbe una carezza. La prima. C'è la madre spietata, pietrificata dalla perdita di un figlio, il primo, che le ha portato via tutto l'amore di cui era capace. E c'è la figlia che non si sente abbastanza figlia per obbligarla a essere ancora madre. C'è la mamma che ha deciso di morire suicida, e la figlia che ha cercato di dimenticarla fino a oscurarne il viso. E che oggi ha paura di provare nostalgia, al punto da cancellare i volti dei suoi stessi figli quando è lontana da casa. C'è la mamma che ha assistito, per anni, in silenzio all'abuso della sua bambina, che è riuscita a sopravvivere, ma non a perdonarla. Madri feroci e fragili. E figlie, soprattutto. Per loro c'è il sollievo del racconto, la possibilità di ritrovarsi lì dove tutto è cominciato: in quel primo terribile amore.
Quando tutto sarà finito. E-book. Formato EPUB Audrey Magee - Bollati Boringhieri, 2015 -
Peter Faber è un soldato semplice, un insegnante spedito sul fronte orientale. Katharina Spinell è una ragazza di Berlino, con un lavoro poco attraente e genitori oppressivi. I due si sposano senza essersi mai conosciuti: è un matrimonio di assoluta convenienza, che garantisce a lui una licenza di dieci giorni, a lei una pensione dovesse Peter morire in guerra. Inaspettatamente, i due ragazzi si innamorano a prima vista, e al momento della separazione si scambiano promesse di fedeltà e di un futuro insieme. Il ricordo dei brevi giorni passati con Katharina e il sogno di una vita familiare al ritorno, sono le uniche cose che permettono a Peter di resistere agli orrori del fronte russo, raccontati nei dettagli, quasi sempre per dialoghi con il gruppetto di commilitoni che lo accompagnerà fino a «quando tutto sarà finito». Anche Katharina, a Berlino, si ripete che «quando tutto sarà finito» riuscirà a crearsi una vita con Peter e il bambino che nel frattempo si accorge di aspettare, e soprattutto a sfuggire al controllo ossessivo di un padre convinto seguace della dottrina nazista: è questo il personaggio che meglio di tutti rappresenta la Germania del tempo, quella della «banalità del male», quella della gente comune che ritiene legittimo impadronirsi delle case degli ebrei deportati, stanare i fuggiaschi e continuare a brindare alla vittoria e a godere dei privilegi conquistati all’interno del regime anche quando la realtà annuncia la sconfitta. Sempre più stanco e disilluso Peter, sempre più ansiosa per il proprio destino e quello del figlio Katharina, continuano a scambiarsi lettere e promesse, fino alla fine della guerra e di ogni speranza, attraverso le vicende spaventose che sconvolgono tutti i cittadini della nazione sconfitta. Le difficili, alterne emozioni dei due ragazzi, e dei loro compagni nel drammatico viaggio, sono rivelate con estrema efficacia dalla forma narrativa che sceglie la Magee: brevi, distaccate descrizioni di gioie e orrori, di ambienti per lo più claustrofobici ed essenziali, e lunghi, incalzanti dialoghi, sempre più aperti e sinceri, sempre più rivelatori del dramma interiore di ciascuno man mano che la sconfitta, della nazione e di ogni individuo, si avvicina. Con le poche, pacate eccezioni di chi rimane moralmente integro nonostante tutto.