Calcio Gioco Del Ciclismo eBooks

eBooks con argomento Calcio Gioco Del Ciclismo
EBOOK   9788872216620

Diagonale imparabile all'ultimo chilometro. E-book. Formato EPUB Enzo Romeo   -  Laruffa, 2013  - 

I troppi schemi fanno venire la nostalgia del calcio pane e salame, quando dalla panchina arrivava un'unica raccomandazione: 'Palla lunga e pedalare!'. Già, pedalare. Se esistesse un biathlon fatto di calcio e ciclismo sarebbe la migliore disciplina sportiva. Ammetto che dal punto di vista fisico non c'è niente di più contraddittorio. Tirare pedate a un pallone non si concilia in alcun modo con lo sforzo di pigiare sui pedali. Ma c'è un'epica che lega la partita di calcio alla gara ciclistica. Attraverso le gesta di Meazza o di Coppi si può narrare la storia di un popolo, tramandare la memoria di una generazione. Un diagonale imparabile in zona Cesarini come l'ultimo chilometro di una fuga solitaria divengono racconto leggendario. Un calciatore che s'invola sulla fascia o un ciclista che vince a braccia alzate sono eroi in cui tutti si riconoscono. Un dribbling ubriacante o lo scatto secco in salita assumono un sapore mitico, qualcosa di favoloso che serve a colorare la ferialità del vivere. C'è una frase, attribuita all'alpinista Walter Bonatti, che spiega bene questa necessità esistenziale: la realtà è il cinque per cento della vita, l'uomo deve sognare per salvarsi.

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Diagonale imparabile all'ultimo chilometro. E-book. Formato Mobipocket Enzo Romeo   -  Laruffa, 2013  - 

I troppi schemi fanno venire la nostalgia del calcio pane e salame, quando dalla panchina arrivava un'unica raccomandazione: 'Palla lunga e pedalare!'. Già, pedalare. Se esistesse un biathlon fatto di calcio e ciclismo sarebbe la migliore disciplina sportiva. Ammetto che dal punto di vista fisico non c'è niente di più contraddittorio. Tirare pedate a un pallone non si concilia in alcun modo con lo sforzo di pigiare sui pedali. Ma c'è un'epica che lega la partita di calcio alla gara ciclistica. Attraverso le gesta di Meazza o di Coppi si può narrare la storia di un popolo, tramandare la memoria di una generazione. Un diagonale imparabile in zona Cesarini come l'ultimo chilometro di una fuga solitaria divengono racconto leggendario. Un calciatore che s'invola sulla fascia o un ciclista che vince a braccia alzate sono eroi in cui tutti si riconoscono. Un dribbling ubriacante o lo scatto secco in salita assumono un sapore mitico, qualcosa di favoloso che serve a colorare la ferialità del vivere. C'è una frase, attribuita all'alpinista Walter Bonatti, che spiega bene questa necessità esistenziale: la realtà è il cinque per cento della vita, l'uomo deve sognare per salvarsi.

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EBOOK   9788865762950

Non gioco più, me ne vado. Gregari e campioni, coppe e bidoni. E-book. Formato EPUB Gianni Mura   -  Il Saggiatore, 2013  - 

Il giorno prima, l’attesa lieve, agitatissima: cosa accadrà? E poi è il giorno. Lo stadio è una muraglia di colori, di cori, di rumori. Ai lati del percorso gli appassionati di ciclismo si accalcano, attendono, scalpitano sui sandali. Sfilano i campioni in campo. I panchinari. Gli arbitri. Il quarto uomo. Sfilano i campioni sulla strada. I gregari. I fotografi. I suiveurs e i giornalisti. Il durante e il dopo. L’attesa, la tensione, la rassegnazione, la gioia. L’euforia. La poesia. Questo è un libro di sport, di calcio e di ciclismo. Di poesia. «Non gioco più, me ne vado»: un libro su di noi, che ci riconosciamo in quelle sfide, in quei momenti. Come eravamo, dove eravamo, quando Tardelli urlava sotto il cielo di Madrid, e dove quando, nel 2006, il cielo di Berlino si tingeva d’azzurro e noi ridevamo, piangevamo, urlavamo. Come e dove quando Pantani volava sul Galibier, e come e dove e quando e perché Pantani chiuse le ali in quell’alba grigissima, in quella grigia stanza d’albergo. C’è tutto questo, c’è il giorno memorabile e il giorno comune, il giorno euforico e il giorno disperato, in questo libro. E il giorno come un altro. Non ancora compiuti vent’anni, Gianni Mura inizia la sua carriera alla Gazzetta dello Sport. Assiste alle partite di provincia, ma subito dopo si trova a raccontare, nel 1965, quello che succede sulle salite estreme, strette, affollate, e sulle discese ventose del Giro. Ci sono giorni che non si possono dimenticare. Ci sono giorni, ci sono anni, che sono ormai troppo lontani, i giorni di ciclisti in bianco e nero, che qui Gianni Mura disegna, come in diretta, come in una macchina del tempo, e sono veri e propri quadri d’epoca. Ci sono giorni in cui è come se una nuvola avvelenata ammorbasse l’aria. Sono quelli in cui si scopre che il calcio non è più sport, che il ciclismo non è più sport; quando si perde e non si è sicuri di aver perso davvero, perché sono i giorni, gli anni, del calcio truccato dalle scommesse, del doping rabbioso e compulsivo. Ci sono giorni poi in cui si può – come in questo libro – ripercorrere tutto, come se fosse la prima volta; attraversare vicoli che non abbiamo mai attraversato; guardare scorci di cielo che no, non avevamo mai notato. Colli, pianure e distese e le note di Jean Ferrat e George Brassens. I borghi illividiti dalle furie del tempo. I colori e i profumi della Provenza e di Sanremo. Le passeggiate nei cimiteri marini. Odore di strada. E di vino forte. E così ci ritroviamo lì, ai Mondiali del 1982. Grazie a loro, siamo andati in giro a cantare, a gridare, a baciarci, a tamponarci. Era come aver avuto la patente d’esser vivi. E, ora, lo riviviamo. Siamo nel 1985. C’è un uomo, al comando della nave dei sogni: la sua maglia è azzurra, il suo sinistro non perdona. Il suo nome è Diego Armando Maradona. E poi Bartali e Coppi, il rigore di Baggio, e Paolo Rossi e Zoff, e Ian Rush, che beve birra al pub, Chiappucci, Gimondi, Bitossi Cuorematto e Ronaldo e Platini e Gigi Riva. I mondiali, gli europei, i paesaggi e l’odore di primavera. I pianti. Le gioie. La nostalgia. «Nostalgia di te, Gioann» scrive Gianni Mura a Gianni Brera. Dicono che la nebbia sia il vestito migliore, nella Lombardia di pianura. In questo libro, però, la nebbia appare e poi scompare, spolvera la cosmetica del ricordo, e quello che rimane sono le corse e le lotte e i pianti e le risate e, insomma, la vita.

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