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eBooks con argomento Italia Storia D Annunzio Gabriele
Le ali di D'AnnunzioI pionieri dell’aviazione che volarono insieme al Vate. E-book. Formato Mobipocket Daniele Dell'orco - Idrovolante Edizioni, 2019 -
Il Volo su Vienna, le sortite su Pola, Trieste, Trento, il bombardamento su Cattaro. Sono solo alcune delle piu` celebri imprese aviatorie compiute da D’Annunzio. Il Vate, che non fu mai in possesso del brevetto di pilotaggio, partecipo` in qualita` di “osservatore”, oltre che di ideatore, fautore e protagonista principale. A guidarlo tra le nuvole in queste azioni mirabolanti furono alcuni dei piu` prodi aviatori della storia d’Italia. Da Glenn Curtiss, che lo inizio` al volo, a Mario Calderara, da Ermanno Beltramo a Giuseppe Miraglia, fino a Luigi Bologna, Maurizio Pagliano, Luigi Gori, Natale Palli e Daniele Minciotti. Ma l’Imaginifico strinse rapporti con decine di pionieri dell’aria. Di alcuni ne celebro` la memoria, di altri ne segui` le imprese con entusiasmo, di altri ancora ne rimase amico sincero oltre che ammiratore. Molti lo seguirono a Fiume. La lunga storia d’amore tra D’Annunzio e il volo e` fatta di colpi di scena, di incidenti, di tragedie e di rapporti umani sinceri. Il volume rappresenta cosi` una sorta di tributo alla memoria di quanti rappresentarono l’ispirazione, l’entusiasmo e le ali del Vate.
Fiume: L'avventura che cambiò l'Italia. E-book. Formato EPUB Pier Luigi Vercesi - Neri Pozza, 2017 -
Il 12 settembre 1919 Gabriele d’Annunzio occupa con un migliaio di uomini il porto adriatico di Fiume. In pochi giorni il suo e-sercito di «disertori» si moltiplica. È una sfida al mondo intero: alle potenze alleate che non vogliono riconoscere l’italianità di quella città e al governo italiano che non si sa imporre al tavolo della pace di Versailles. L’occupazione dura quasi sedici mesi e Fiume diventa un laboratorio rivoluzionario politico, sociale, economico ma anche let-terario e teatrale. D’Annunzio governa con un’invenzione al giorno, affinando le sue doti di seduttore e addomesticatore di folle. Fiume diventa la «città di vita», dove tutto è concesso e vissuto fino in fondo: le donne votano, l’omosessualità è tollerata, si può divorziare, l’esercito si democratizza e una Costituzione, La Carta del Carnaro, elaborata dal rivoluzionario Alceste De Ambris e riscritta da d’Annunzio, sovverte le regole borghesi e monarchiche. Pier Luigi Vercesi narra in queste pagine la storia di quest’avventura, dal settembre del 1919 in cui ebbe inizio sino alle giornate di sangue del Natale 1920, quando il governo italiano, dopo aver firmato un accordo con la Jugoslavia, ordinò al generale Caviglia di bombardare dal mare il Palazzo del governo di Fiume. Una straordinaria avventura che il fascismo, di lì a poco, tenterà di fare sua, riproponendo i cerimoniali inventati da d’Annunzio per conquistare le folle. L’anima più autentica del fiumanesimo, tuttavia, non soltanto non aderì al fascismo, ma si schierò dall’altra parte.
La città di vita cento anni dopo. Fiume, d'Annunzio e il lungo Novecento adriatico. E-book. Formato EPUB Davide Rossi - Cedam, 2021 -
Nell'ultimo lustro si sono ricordati gli anniversari di quattro fondamentali passaggi che indelebilmente hanno segnato le terre dell’Alto Adriatico: il quarantennale della stipula del Trattato di Osimo (1975-2015), con cui si definisce giuridicamente il confine tra la Repubblica Italiana e la Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia, il settantennio della firma del Trattato multilaterale di Parigi (1947-2017), con cui si pone fine al secondo conflitto mondiale, sancendo la perdita di sovranità da parte dell’Italia nelle Colonie e a Tenda e Briga in favore della Francia, ma soprattutto la cessione dell’Istria, con Zara e la Dalmazia, oltre a Fiume e a parte del Carso goriziano, a cui avrebbe dovuto seguire la formazione del cosiddetto Territorio Libero di Trieste sotto l’egida della nascente Organizzazione delle Nazioni Unite. Infine, il centenario dell’impresa dei legionari di Ronchi (1919-2019), con cui un manipolo di irredenti capitanati da Gabriele d’Annunzio vuole rivendicare la cosiddetta “vittoria mutilata” e il debole atteggiamento del Governo italiano, che politicamente non era riuscito a tradurre in maniera vantaggiosa le proprie affermazioni militari. La sorte di Fiume, Zara e di altre località adriatiche abitate da numerose comunità italiane segna gli umori di gran parte dell’opinione pubblica del Paese, nel frattempo messo in ginocchio da una forte crisi economica, sociale, a seguito della chiusura delle ostilità, e a cui si aggiunge quella sanitaria (la spagnola). Il generale malcontento da virtuale diviene concreto e tutta una serie di agitazioni, di vario colore politico, dilagano per tutta la Penisola. Contemporaneamente trova amalgama quella miscela di anticonformismo, irredentismo nazionalista e futurismo militarista che proprio nella spedizione dannunziana a Fiume segna una sintesi. In tale contesto, infatti, un manipolo di ufficiali, al comando di truppe che già da alcuni mesi sono in fervida attesa, il giorno 11 settembre 1919 parte alla volta di Fiume. L’Impresa dannunziana è lo specchio paradigmatico della contestuale complessità del primo dopoguerra europeo, caratterizzato da forti atipicità e da una compresenza di suggestioni assai difformi tra loro, dalle tendenze nazionaliste, alle evocazioni marxiste, senza tralasciare l’attrazione verso il sindacalismo rivoluzionario.