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I miti greci. E-book. Formato EPUB Robert Graves - Longanesi, 2014 -
Prima della scienza, prima della religione, c’è il mito. Modo ingenuo – ci dicono –, modo fantasioso, spregiudicato e prescientifico, di spiegare l’origine delle cose e degli uomini, gli usi i costumi e le leggi. Filologia, etnografia, antropologia hanno lacerato il velo del mito, evidenziandone le radici ideologiche, il retroterra di superstizione e di magia. Ma i miti, così dissezionati, ci vengono restituiti alla stregua di freddi reperti anatomici, buoni tuttalpiù per qualche museo. Robert Graves è riuscito a rianimare questa materia ormai inerte, restituendocela con tutto il suo splendore, il suo sense of wonder e (anche) of humour. I miti greci, pur senza dover invidiare nulla ad altre raccolte analoghe condotte sulla scorta della filologia e dell’erudizione, ha un pregio fondamentale: i centosettantuno capitoli che lo compongono si snodano con la sveltezza e col brio di un racconto ben scritto, di una rievocazione partecipe e disincantata al tempo stesso, di un mondo incantato e incantevole. Nessuna retorica, nessun manierismo: le gesta degli dèi e degli eroi, che di per sé tendono all’epico, sono costantemente ricondotte alla nostra misura umana, immerse come sono nella quotidianità (sia pure dell’antica Grecia). Così Zeus, Era, Afrodite, Eracle compiono non solo prodigi e grandi imprese, ma sono afflitti da acciacchi, perseguitati dalla sfortuna, schiattano di rabbia, si concedono scappatelle e hanno le paturnie. E tutto senza «smitizzare» i miti, ma – al contrario – con la preoccupazione di salvaguardarne, assieme alla sostanza, anche il sapore, con uno stile e un piglio che debbono più alla grande lezione del Ramo d’oro di Frazer che al forse necessario ma anche triste lavoro di scavo di un Freud, di uno Jung, di un Kerényi...
I Greci e gli dèi: a cura di Vittorio Lanternari e Marcello Massenzio. E-book. Formato PDF Angelo Brelich - Liguori Editore, 2012 -
Nella nostra mentalità di moderni, divinità, miti e riti dell’antichità greca rischiano di venire fraintesi riduttivamente, come stereotipi di belle e fantasiose invenzioni, o di leziosi capricci poetici. Eppure dalla civiltà greca classica, e in particolare dalla sua religione, spuntava il germoglio destinato ad aprirsi, a fiorire e, con l’innesto della matrice giudaico-cristiana, a fruttificare nella civiltà alla quale noi tutti siamo oggi, in Occidente, legati attraverso un retaggio di inestimabili valori intellettuali, morali, sociali. Ma i Greci vivevano la loro religione nei miti, nei riti, nei culti divini, e in essa raccoglievano il senso della propria esistenza. Dunque per noi oggi si tratta di comprendere storicamente il senso della religione greca. E il libro di Brelich di ciò si fa problema. Egli riesce a ricostruire, in un grande e sintetico pannello storico, la genesi, gli sviluppi, gli esiti di quel mondo religioso, sul piano di una brillante divulgazione scientifica che vuol parlare proprio a un pubblico non specialista. Brelich guarda la religione in stretto rapporto con le più diverse manifestazioni della civiltà globale – le strutture politiche e sociali, il teatro, l’arte, i giochi, la letteratura, la filosofia –, e nel suo svolgimento storico, dall’età preellenica all’Ellenismo. Per di più, il libro si presenta come il primo e unico esempio di sintesi storica impostata su un criterio di comparazione, con il confrontare il “caso” greco con le più diverse civiltà religiose, antiche, primitive, occidentali, orientali: sì da cogliere in modo eloquente corrispondenze e peculiarità del “caso” storico preso in considerazione. Ben più di una “storia delle religioni”, I Greci e gli dèi diventa un organico saggio di “storia della civiltà”, entro un contesto comparativo e dinamico che non trova uguali nelle decine di manuali o di enciclopedie prodotte fin qui sull’argomento. È un modello esemplare di antropologia storica.