Siria Curdi eBooks
eBooks con argomento Siria Curdi
Kurdistan: Utopia di un popolo tradito. E-book. Formato EPUB Marco Gombacci - Carocci Editore, 2019 -
Dalle guerre russo-turche di fine Ottocento, passando per il Trattato di Sèvres del 1920 fino ad arrivare al voltafaccia di Trump nel 2019, i curdi sono stati con-tinuamente traditi da un Occidente che prima se ne serve e poi li abbandona. Le donne e gli uomini che hanno difeso Kobane, che hanno strappato Raqqa allo Stato islamico costituendo una democrazia fondata sulla libertà religiosa, sulla parità tra uomini e donne e sulla convivenza tra le diverse etnie, sono diventati il simbolo dei valori che l’Occidente dovrebbe difendere. Nelle strade delle città del Rojava è possibile vedere negozi di Bibbie e crocifissi e assistere alle preghiere dei cristiani nello stesso momento in cui i muezzin chiamano i fedeli mussulmani a raccolta, le ragazze sono libere di portare o non portare il velo e frequentare la scuola senza alcun divieto o restrizione: tutto questo al centro di un’area geografica in costante tumulto. Questo libro racconta il sogno del Kurdistan: un’utopia di uguaglianza che nella Siria del Nord era sembrata possibile e che il popolo curdo non smetterà di inseguire.
Kurdistan: Utopia di un popolo tradito. E-book. Formato PDF Marco Gombacci - Carocci Editore, 2019 -
Dalle guerre russo-turche di fine Ottocento, passando per il Trattato di Sèvres del 1920 fino ad arrivare al voltafaccia di Trump nel 2019, i curdi sono stati con-tinuamente traditi da un Occidente che prima se ne serve e poi li abbandona. Le donne e gli uomini che hanno difeso Kobane, che hanno strappato Raqqa allo Stato islamico costituendo una democrazia fondata sulla libertà religiosa, sulla parità tra uomini e donne e sulla convivenza tra le diverse etnie, sono diventati il simbolo dei valori che l’Occidente dovrebbe difendere. Nelle strade delle città del Rojava è possibile vedere negozi di Bibbie e crocifissi e assistere alle preghiere dei cristiani nello stesso momento in cui i muezzin chiamano i fedeli mussulmani a raccolta, le ragazze sono libere di portare o non portare il velo e frequentare la scuola senza alcun divieto o restrizione: tutto questo al centro di un’area geografica in costante tumulto. Questo libro racconta il sogno del Kurdistan: un’utopia di uguaglianza che nella Siria del Nord era sembrata possibile e che il popolo curdo non smetterà di inseguire.
Kobane, diario di una resistenza: Racconti di una staffetta di solidarietà. E-book. Formato EPUB Rojava Calling - Edizioni Alegre, 2016 -
La resistenza popolare a Kobane ha mostrato l’esistenza di una terza via tra il fascismo islamico dell’Isis e l’imperialismo occidentale che si nutre di islamofobia. E sempre in Rojava, regione a maggioranza curda del nord della Siria, è nato l’esperimento del “confederalismo democratico”, sistema di autogoverno che rimette in discussione gli Stati-nazione e che persegue un’economia solidale, riaffermando il principio di autodeterminazione dei popoli.Eppure questa esperienza fondamentale di lotta all’Isis, che potrebbe rappresentare anche un punto di svolta nella questione curda aperta da quasi un secolo, viene boicottata dal Governo turco e ignorata dai media occidentali. Non solo, tuttora il Pkk di Abdullah Öcalan è annoverato tra le organizzazioni terroristiche, al pari proprio dell’Isis che combatte.Collettivi e singoli – tra cui Zerocalcare che cura la prefazione a fumetti di questo volume – hanno sentito la necessità di recarsi a Kobane e a Suruç, in territorio turco a pochi metri dal confine, dando vita alla staffetta italiana “Rojava calling” per portare solidarietà concreta e dare visibilità a chi non si è mai arreso e continua a lottare per la propria autonomia.Questo libro è il loro diario di viaggio collettivo, raccontato in prima persona plurale dalle decine di attivisti che si sono succeduti nelle staffette. Un racconto corale dei veri protagonisti di questa drammatica e straordinaria esperienza, che come tutte le resistenze parla non soltanto al popolo curdo ma al mondo intero.“Il varco è aperto e c’è lo spazio per entrare. Entriamo tutti uno dopo l’altro. I militari scendono e urlano in turco. Noi restiamo schiacciati a terra per un tempo che ci pare interminabile. Abbiamo i fucili puntati addosso, vicinissimi. Ci sentiamo poco tra noi. Non ci troviamo. Lentamente e strisciando sul terrenoci allontaniamo da quel maledetto filo spinato e ci contiamo. Una di noi è ferita al dito. Abbiamo il fiatone e i pantaloni rotti. Aspettiamo seduti per terra ancora qualche istante fino a che non compare il combattente venuto ad accoglierci e che con uno di quei sorrisi curdi che abbiamo imparato a conoscere a Suruç ci dà il benvenuto in Rojava”.