Antonio Marchionne eBooks
eBooks di Antonio Marchionne di Formato Mobipocket
Antipodi. E-book. Formato Mobipocket Antonio Marchionne - Antonio Marchionne, 2016 -
L’autore si propone, di parlare del dualismo connesso alle nostre sensazioni e a ciò che percepiamo tutti i giorni. E’ un viaggio all’interno di una serie di argomenti che vanno dall’amore all’odio, dalle dittature alla ricchezza, dalla verità alla certezza, la bellezza e il non bello, il capitalismo e il comunismo, l’antipatia e la simpatia, la destra e la sinistra.Per ogni argomento ci sarà una riflessione e un punto di vista dell’autore. Ripercorreremo sentieri tortuosi e ricchi di cose da scoprire e da riconsiderare; l’inconscio, i modelli organizzativi umani e il relativismo che fa da padrone in questa società sempre più schiava e condizionata dall’omologazione al “mondo moderno” con tutti i suoi pro e contro.Con il termine antipode indico il dualismo che è una concezione filosofica che vede la presenza di due essenze o principi opposti ed inconciliabili, è l’opposto del monismo.Antipode è un concetto.Il termine può avere più significati, secondo il vocabolario Treccani, antipode significa; in genere coloro che abitano in punti della Terra diametralmente opposti.Identifico con esso la costante lotta tra due principi, tra due entità, tra due essenze come può essere la luce e le tenebre, il bene e il male.Ho due amici molto diversi fra loro, nessuno dei due può considerarsi un moderato, sono per me due realtà agli antipodi.Giovanni è Vincenzo, l'uomo e la donna, i buoni e i cattivi, la vita e la morte, tutto sembra agli opposti. Alcuni concetti che darebbero luogo a estremismi, sentimenti contrari e distanza, sono affrontati sulla base della mia esperienza di vita, proporrò quindi un cammino in alcune mie considerazioni e vorrei essere seguito da voi, non per comando ma giusto per non parlare da solo, diciamo così, per un po' di compagnia.
Mussolini Ultimo Atto 1945. E-book. Formato Mobipocket Antonio Marchionne - Antonio Marchionne, 2015 -
Perché scrivere un libro sulla morte di Mussolini?Perché proprio ora?Con quali metodi di esposizione tratterò quest’argomento?Partiamo dall’ultima domanda, premetto subito che non è attraverso testimonianze confidenze o indiscrezioni, senza i crismi di una vera e propria deposizione con tanto di responsabilità penali, che a distanza di molto tempo, si può risolvere il mistero della morte di Benito Mussolini e della sua amante, Clara Petacci detta Claretta; e neppure con delle congetture e supposizioni, sia pure suffragate da elementi di riscontro molto interessanti, sono in grado di farlo.Ma è chiaro che quando tali elementi facciano pensare, nel modo più libero, di poter interpretare fatti non ancora accertati, questo da adito ad arbitri a congetture e perché no, ad azzardi di ipotesi di verità non assolute, diciamo pure, certezze personali.La "tesi storica" o per meglio dire ufficiale, oramai è letteralmente stata confutata da prove oggettive e di tipo indiziario che indicano, senza ombra di dubbio alcuno che Mussolini non venne fucilato alle 16,10 davanti villa Belmonte, ma precedentemente da qualche altra parte ed è da qui che inizia la congettura che potrebbe indurre a riflettere su come andarono realmente i fatti di una vicenda che ci appartiene e che dovrebbe farci, quanto mai, riflettere non tanto sulla morte di due persone che già di per se è un fatto importantissimo, ma sulla possibile sovrastruttura occulta che vi è stata – secondo me – dietro tale operazione.Purtroppo non possiamo esattamente sapere, con quali modalità e da parte di chi venne ucciso Mussolini, perché infatti allo stato attuale si potrebbe arrivare, in tal senso ad una eventuale verità per così dire, processuale, fatta cioè di elementi indiziari e seppur concretamente valutati, credo in questa vicenda, non con i crismi della verità assoluta. In pratica la sola che ci resta quindi.Per quanto riguarda il perché scrivere un libro del genere è molto semplice, leggo molti libri storici, vedo tantissimi documentari sul genere e soprattutto mi appassionano molto i casi irrisolti o comunque poco chiari; non so ancora come andrà la stesura ed il risultato di questa mia indagine e narrazione degli eventi oggetto dell’attenzione del libro, ma credo di trattare a breve altri casi simili, primo fra tutto, la morte di J.F. Kennedy, la morte di Hitler il caso Moro e Ustica.Sarà un mio punto di vista sulla vicenda, legata a questi casi che vi offro dopo aver esaminato attentamente il materiale che sono riuscito a consultare.Altra domanda, con quali metodi di esposizione tratterò quest’argomento?Non lo so, scriverò pensando di parlare di questo fatto ad un amico.
Amnistia TogliattiI provvedimenti clemenziali al mutar di regime. L'amnistia del 1946. E-book. Formato Mobipocket Antonio Marchionne - Antonio Marchionne, 2014 -
L'epurazione nel 1946 mostrava tutta la sua portata che seppur insufficiente, portò a severissime condanne per molti esponenti fascisti e collaboratori nazi-fascisti. Nel 1945, liquidato il fascismo, le nuove forze politiche incominciarono a contendersi la leadership. Incominciò la campagna elettorale, che avrebbe portato gli italiani alle urne il 2 giugno 1946, dopo vent'anni di dittatura fascista. I fascisti imprigionati e latitanti divennero ben presto molto importanti in chiave elettorale,potendo arrivare a fasce di elettori irraggiungibili per i partiti al governo. Gli ex fascisti non tardarono a capire di aver un asso nella manica con cui poter battere la propria situazione giuridica e responsabilità con contropartite elettorali favorevoli ai partiti, gli ex fascisti, insomma, miravano ad un atto di amnistia generale. L'allora ministro di Grazia e Giustizia, Palmiro Togliatti, cavalcò l'ipotesi avanzata dal nuovo Re Umberto di Savoia che richiese un atto di clemenza generale. Il ministro Togliatti mirava a che si emanasse un atto di amnistia generale prendersi tutto il merito. Estromesso dalle elezioni del 2 giugno il piano monarchico, Togliatti ebbe l'occasione di far approvare il 22 giugno 1946 l'amnistia che porta il suo nome, solo ed esclusivamente secondo quelle che erano i suoi intenti politici. Almeno inizialmente l'atto doveva avere una portata generale ma per reati non particolarmente gravi ed efferati. Sul piano giuridico l'Amnistia Togliatti dimostrò subito tutti i suoi limiti, connaturata da un'intrinseca ambiguità funzionale, l'amnistia fu capace nella sua fase attuativa di interpretazioni estensive da parte dei giudici che seppero quanto mai prima, trovare una complicità, forse anche involontaria, con i voleri del ministro guardasigilli Palmiro Togliatti. A fronte dell'applicazione estensiva dell'Amnistia nei confronti dei criminali fascisti, la magistratura proseguì ne perseguire con rigore i reati perpetrati dai partigiani. Disparità di trattamento. Due pesi due misure. Questo comportamento finì per esacerbare uno stato di tensione sociale di per se molto alto in quel periodo. Disparità di trattamento spesso venivano accompagnate da trattamenti di favori giudiziari a ex fascisti che si vedevano beneficiare del provvedimento d'amnistia anche non potendovi rientrare, ma che con motivazione al limite della ignominia per i crimini commessi, vanificavano il buon lavoro che in fase di epurazione le corti minori fecero. La magistratura si adoperò in seguito per accrescere la portata estensiva ed ambigua dell'Amnistia Togliatti, accrescendone ancor di più i limiti giuridici. L'Amnistia Togliatti fu un vero e proprio colpo di spugna verso i crimini fascisti.