Edmund De Waal eBooks

eBooks di Edmund De Waal di Formato Pdf

Edmund de Waal è uno dei più importanti ceramisti al mondo e le sue porcellane sono ospitate nei maggiori musei. Il suo memoir, Un'eredità di avorio e ambra (Bollati Boringhieri 2011, ed. illustrata 2012), è stato pubblicato in trenta lingue e ha vinto il Costa Biography Award e il RSL Ondaatje Prize, ed è stato finalista al Duff Cooper Prize, al Jewish Quarterly Wingate Prize, al PEN/Ackerley Prize, al Southbank Sky Arts Award for Literature, all'Orwell Prize e al BBC Samuel Johnson Prize. Abita a Londra con la sua famiglia. Presso Bollati Boringhieri è uscito anche La strada bianca. Storia di una passione (2016).

EBOOK   9788833984056

La strada bianca: Storia di una passione. E-book. Formato PDF Edmund De Waal   -  Bollati Boringhieri, 2016  - 

«Ho amato ogni parola di questo libro... de Waal conosce perfettamente il materiale che ha trasformato in vasi bellissimi; un libro magico che alla fine crea un rapporto profondo con il suo lettore».A.N. Wilson, «Financial Times»«Il libro torna continuamente al bianco, alla sua bellezza, al suo mistero e anche al suo terrore».A.S. Byatt, «The Spectator»«De Waal è uno dei maggiori ceramisti al mondo... e La strada bianca è l’estensione verbale delle sue ceramiche. La scrittura e la porcellana sono inseparabili, si sostengono l’una con l’altra».«The New York Times»Una manciata di minuscole sculture giapponesi ha ispirato a Edmund de Waal. E una manciata di candidi detriti raccolta sul monte Kao-Ling, in Cina, spinge l’autore a esclamare «Questo è il mio inizio».L’inizio di un viaggio sulle tracce dell’«oro bianco», per raccontare la storia della porcellana. Qui lo seguiamo da Jingdezhen a Venezia, a Versailles, a Dublino, a Dresda, fino alle colline della Cornovaglia e ai monti Appalachi del South Carolina, mentre racconta la storia di una vera e propria ossessione per «il bianco perfetto». Lungo la strada incontra i testimoni della creazione della porcellana: tutti quelli che da quel bianco sono stati ispirati, arricchiti o afflitti; e dei tanti che hanno avuto la vita, il corpo e la mente spezzati dall’affanno della ricerca. L’autore percorre un millennio per arrivare ad alcuni dei momenti più tragici della storia contemporanea. Eroi o vittime dell’invenzione e della produzione del prezioso materiale, i personaggi più disparati: dagli imperatori cinesi ai loro schiavi; dall’elettore di Sassonia e re di Polonia Augusto II al piccolo alchimista da lui imprigionato perché produca quel materiale «semitraslucido e latteo, come i petali di un narciso»; dal farmacista quacchero che esplora le colline della Cornovaglia distratto solo dalla morte della giovane moglie; a Lenin e al suo intervento al Congresso dei lavoratori del vetro e della porcellana: «Questo bianco è una rivoluzione»; a Himmler, che allestisce a Dachau un laboratorio per la fabbricazione di statuine da regalare ai membri del cerchio magico di Hitler.In parte memoir, in parte racconto storico, in parte detective story, evoca la mappa di un desiderio legato all’arte, alla ricchezza e alla purezza. Con uno stile avvincente Edmund de Waal, ceramista di fama mondiale, racconta la sua passione per «l’oro bianco», cercando di capire come il fascino misterioso della porcellana, la sua fragilità e il suo colore abbiano ossessionato e condizionato per secoli le sorti di uomini, regni e filosofie.

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EBOOK   9788833980911

Un'eredità di avorio e ambra. E-book. Formato PDF Edmund De Waal   -  Bollati Boringhieri, 2011  - 

«Incantevole»Natalia Aspesi, la Repubblica«Raramente un libro ha conquistato a tal punto il pubblico amante dell’arte e della letteratura»Livia Manera, Corriere della Sera Un'elegante vetrina nella casa londinese di Edmund de Waal contiene 264 sculture giapponesi di avorio, o legno, non più grandi di una scatola di fiammiferi, raffiguranti divinità, personaggi di ogni tipo, animali, piante. La vetrina è aperta, e i piccoli figli di de Waal possono estrarre i netsuke - così si chiamano i minuscoli oggetti - e giocarci. Come facevano, ha scoperto l'autore, i piccoli figli di Viktor e Emmy von Ephrussi, suoi bisnonni, nel boudoir della madre, in un fastoso palazzo viennese della Ringstrasse, un secolo fa. Prima che Hitler entrasse in trionfo a Vienna e avessero inizio le persecuzioni e i saccheggi nelle case degli ebrei.Ebrei di Odessa erano appunto gli Ephrussi, commercianti di cereali e poi banchieri ricchi e famosi quanto i Rothschild, con ville e palazzi sparsi in tutta Europa. Quello di Vienna, dove i netsuke arrivano nel 1899 da Parigi - dono di nozze ai cugini di Charles Ephrussi, famoso collezionista, mecenate, storico dell'arte, amico di Renoir, Degas, Proust - conteneva tante e tali opere d'arte che i minuscoli oggetti sfuggirono all'attenzione dei razziatori nazisti. Come sopravviveranno alla guerra, e come finiranno a Tokyo, dove de Waal li vede per la prima volta a casa del prozio che glieli lascerà in eredità, sono solo due delle tante, emozionanti sorprese di questo libro che, apparso più di un anno fa, continua a incantare critici e lettori.Affascinato dall'eleganza, dalla precisione, dalle straordinarie qualità tattili delle sculture, l'autore, famoso artista della ceramica, decide di ricostruire la storia dei loro passaggi da una città all'altra, da un palazzo all'altro, da una mano all'altra. Ricostruisce così anche la storia romanzesca della sua famiglia. «Vagabondando» per anni tra l'Europa e il Giappone, attingendo a una quantità di materiali d'archivio, ma soprattutto rivivendo le vicende dei suoi antenati nei luoghi da loro abitati, osservandole con gli occhi dell'artista, de Waal ci regala un libro capace di restituire l'atmosfera di intere epoche, di sigillare intere vite dentro un racconto perfetto.

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EBOOK   9788833936819

Lettere a Camondo. E-book. Formato PDF Edmund De Waal   -  Bollati Boringhieri, 2021  - 

«Lettere a Camondo ti immerge in un’altra epoca. Edmund de Waal crea un ritratto composito di che cosa significhi dedicare la propria vita alla grazia.»Financial Times«Sottile, pieno di sfumature, ti riappacifica con l’esistenza. Una lettura densa e gratificante. »The Times«Illuminante... pieno di illustrazioni bellissime... Una guida saggia per persone e cose che si sono perse e poi ritrovate… Un incredibile tributo a una famiglia e a un'idea. »The Guardian«Un libro meraviglioso, elegante, tenero, amorevole, riconoscente, inquietante, un promemoria della fragilità e insieme della capacità di resilienza della civiltà. »The ScotsmanConosciuti come «i Rothschild dell’Est», i Camondo, ebrei di origine italiana ma provenienti da Istanbul, abitavano a Parigi in rue de Monceau, a pochi portoni di distanza dagli Ephrussi, la famiglia di Edmund de Waal, indimenticabile protagonista di Un’eredità di avorio e ambra. Come gli Ephrussi, anche i Camondo erano esponenti dell’alta società della Belle Époque parigina che da stimati collezionisti e filantropi divennero bersagli dell'antisemitismo.Grande amante della bellezza artistica, Moïse de Camondo volle creare la più grande collezione d’arte francese del Settecento con l’intento di lasciarla al figlio Nissim. Ma Nissim perderà la vita giovanissimo durante la Prima guerra mondiale, e Moïse destinerà alla sua stessa morte, nel 1935, sia la casa sia la collezione allo Stato francese. Da allora, il Musée Nissim de Camondo è rimasto Inalterato.Nel 2018 Edmund de Waal, che all’attività di ceramista e scrittore accosta da anni quella di curatore di mostre e installazioni, viene invitato dal museo a lavorare sugli archivi della famiglia – primo artista contemporaneo a ricevere tale privilegio. De Waal sente subito una perfetta sintonia e affinità con la sensibilità di Moïse, e gli scrive cinquantotto lettere che offrono spunti di riflessioni personali sul valore della memoria e della famiglia, sulla malinconia, sulle nature morte, sul passare del tempo.In queste sue lettere, de Waal ci consegna una meditazione su che cosa significhi ricostruire una storia familiare, su quali siano gli oggetti, quali i pezzi di un innumerevole archivio che scegliamo di volta in volta per lasciare memoria di noi.Lettere a Camondo è dunque il libro di un artista interessato e sensibile alla materialità delle cose, ma anche di uno scrittore discreto, quasi defilato dalla narrazione, che lascia che a parlarci siano le persone che non ci sono più e i loro oggetti, riportati in vita nella forma più intima di scrittura, quella epistolare.

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