Leo Spitzer eBooks
eBooks di Leo Spitzer di Formato Epub
Perifrasi del concetto di fame: La lingua segreta dei prigionieri italiani nella Grande guerra. E-book. Formato EPUB Leo Spitzer - Il Saggiatore, 2019 -
Il 17 settembre del 1915 Leo Spitzer prende servizio a Vienna presso l’Ufficio centrale della censura postale dell’esercito imperialregio, preposto al vaglio della corrispondenza dei prigionieri italiani. Dire «Ho fame» era proibito: era una minaccia per il prestigio dell’impero asburgico. Il censore Spitzer deve dunque intercettare e cassare ogni riferimento alla fame patita dai prigionieri, ma il linguista Spitzer non può lasciare che quel patrimonio di testimonianze vada perduto. Si ferma allora in ufficio oltre l’orario e copia centinaia di brani dalle lettere prima di coprire con l’inchiostro i passi incriminati.A guerra conclusa – è il 1920 – Spitzer pubblica Perifrasi del concetto di fame: uno studio delle varianti, spesso geniali, inventate dagli italiani per non dire «Ho fame» e far comunque sapere ai propri cari che la soffrono, chiedendo l’invio di pacchi alimentari. Le lettere sono popolate da personaggi quali lo Zio Magno, Ugolino, la Signorina Uchefem, la Signora Bruttavecchia, i tenenti Spazzola, Magrini e Stecchetti. Quelle che Spitzer raccoglie sono voci di persone semplici, poco abituate alla scrittura; eppure le soluzioni, le espressioni in codice e i giochi linguistici escogitati dai prigionieri per descrivere la propria condizione sono degni di professionisti della parola.Dopo Lingua italiana del dialogo e Lettere di prigionieri di guerra italiani, il Saggiatore offre per la prima volta al lettore italiano Perifrasi del concetto di fame, il volume che completa il trittico dedicato alla nostra lingua da Leo Spitzer. Un’opera magistrale in cui il grande linguista dà prova del suo virtuosismo di studioso e insieme fa un grande dono all’umanità: salva le testimonianze di persone che hanno sofferto in uno dei periodi più duri della nostra storia e che senza la sua fatica la storia stessa avrebbe dimenticato, mentre ora possono sopravvivere nella memoria di tutti noi.
Lettere di prigionieri di guerra italiani (1915-1918). E-book. Formato EPUB Leo Spitzer - Il Saggiatore, 2016 -
Le Lettere di prigionieri di guerra italiani ritraggono il momento in cui le voci degli umili – da sempre relegate nell’oralità dei dialetti – si riversarono come un’ondata di piena nell’italiano scritto, spinte dalle urgenze tragiche della guerra, della fame e della lontananza. La loro comparsa segnò un punto di svolta per gli studi storici e linguistici, che si aprirono a una prospettiva dal basso sulla guerra e sulla lingua. Oggi quest’opera capitale del Novecento italiano ed europeo viene riproposta dal Saggiatore in una nuova edizione, che grazie a importanti scoperte filologiche completa le lettere con i nomi dei mittenti, finora coperti dall’oblio, e con preziose correzioni che restituiscono i testi alla loro integrità.Le Lettere non avrebbero mai visto la luce se nel settembre del 1915 Leo Spitzer, allora giovanefilologo romanzo, non avesse assunto il ruolo di censore per il ministero della Guerra austro-ungarico. Il suo compito era filtrare la corrispondenza dei prigionieri italiani: una quantità immane e senza precedenti di lettere, scritte da uomini e donne poco o per nulla scolarizzati, spesso più a loro agio con gli attrezzi del lavoro che con una penna o una matita, e quasi sempre più abituati al dialetto che alla lingua. Se si sforzarono di scrivere, fu perché l’abisso tra il mondo che conoscevano e il paesaggio umano che si trovavano di fronte era troppo profondo, e troppo fragili le loro vite davanti all’enormità della guerra.Soltanto il caso, dunque, fece sì che un materiale simile finisse tra le mani di quello che è oggi riconosciuto come il massimo esponente della critica stilistica, forse l’unico studioso in grado di comprendere l’importanza di scritti che – in una costante lotta tra oralità e scrittura, convenzioni faticosamente abbozzate e timidi tentativi di esprimere sentimenti universali – raccontavano la quotidianità logorante dei campi e i meccanismi disumanizzanti della guerra, la fame, l’amore, l’ironia, il tentativo di restare aggrappati a una normalità impossibile.Le Lettere di prigionieri di guerra italiani sono il risultato di uno studio umanistico che è rifiuto del «tanfo polveroso di una scienza squallida», ricerca inesausta dell’uomo, ascolto «della vita dove essa pulsa più fervida».
Piccolo Puxi. Saggio sulla lingua di una madre. E-book. Formato EPUB Leo Spitzer - Il Saggiatore, 2015 -
Il 22 maggio 1922 nasce Wolfgang, figlio di Emma e Leo Spitzer. Per il linguista e filologo tedesco è l’occasione irripetibile di applicare le sue vastissime conoscenze alla lingua del tutto speciale che una madre usa con il proprio figlio, con l’ulteriore vantaggio, in questo caso, di poter osservare il fenomeno da una distanza autenticamente privilegiata. Giorno dopo giorno, per quattro anni, Spitzer annota così su un taccuino i nomi con cui la moglie – apparentementeignara di questo prolungato scrutinio, ma in realtà consapevole del modo particolare con cui gli occhi del marito la seguono – chiama il piccolo Wolfgang, che in questo miracolo linguistico diventa Puck, Pückchen, Pucksi, Puxi; ma anche Bübi, Mausi, Katzi, o ancora Matschele, Kabäuschen, e Tüdülütchen e Schnützeling.I risultati di questa lunga e affettuosa osservazione – raccolti in questo saggio che è anche un memoriale partecipe di quei primi, intensi anni – mostrano come la lingua individuale di una madre diventi la lingua per eccellenza delle emozioni: l’intento, da subito dichiarato, è infatti evidenziare il modo in cui la madre evita il nome «ufficiale» del figlio per esprimere il suo amore attraverso una produzione linguistica autenticamente esuberante. Dalle variazioni più minute e quasi circospette, che giocano in modo appena avvertibile con pronuncia e accento, fino alle invenzioni più radicali, ai neologismi, ogni stato d’animo sembra richiedere la propria trasformazione linguistica, finché la lingua cessa di denotare un individuo e passa invece a connotarlo.Superficialmente lontano dai più poderosi saggi stilistici di Spitzer – come quelli dedicati a Proust, a Goethe, o alle lettere dei prigionieri di guerra italiani –, Piccolo Puxi rivela a una lettura attenta l’acribia, l’acume e la lucidità di sguardo che della lingua di Spitzer rappresentano, insieme alla ricchezza espositiva e alla felicità esemplificativa, le qualità più evidenti. Sono queste qualità, insieme all’ironia gentile e all’affetto che la compostezza dello studioso non riesce a offuscare, a fare del saggio qui raccolto un classico.