Maria Grazia Calandrone eBooks
eBooks di Maria Grazia Calandrone di Formato Mobipocket
Maria Grazia Calandrone è poetessa, scrittrice, giornalista, drammaturga, autrice e conduttrice radiofonica per Rai Radio 3 e regista per CorriereTV. Ha vinto i premi Montale, Pasolini, Trivio, Europa, Dessì e Napoli per la poesia, Bo-Descalzo per la critica letteraria. Fra i suoi ultimi libri, Serie fossile (Crocetti,2015), Gli scomparsi. Storie da «Chi l’ha visto?» (Pordenonelegge, 2016), Il bene morale (Crocetti, 2017), Giardino della gioia (Mondadori,2019). Porta in scena il videoconcerto Corpo reale. Ha curato la rubrica di inediti «Cantiere Poesia» per Poesia (Crocetti). Suoi libri e sillogi sono tradotti in molte lingue. Tiene laboratori di poesia in scuole pubbliche, carceri, DSM. Il suo sito è www.mariagraziacalandrone.it.
Atto di vita nascente. E-book. Formato Mobipocket Maria Grazia Calandrone - Lietocolle, 2017 -
"Nello stile inconfondibile di Maria Grazia Calandrone, una raccolta in versi contro il pregiudizio, basata sull'amore e sulla nudità, sulla gioia e sulla libertà: il canto di un'araba fenice che rinasce da acqua/cenere."
Come tradurre la nevetre sentieri nei Balcani. E-book. Formato Mobipocket Maria Grazia Calandrone - Anima Mundi Edizioni, 2020 -
Ci sono parole che sorprendono il lettore perche´ si offrono come “impronte di uccelli sulla neve”: l’esperienza del gelo e` entrata nel respiro di chi scrive, ed egli tenta di capire “come tradurre la neve” per offrirla in dono. Cosi`, nel 2018, nei luoghi ancora sconvolti da una guerra recente, grazie al progetto europeo Refest, un gruppo scelto di scrittori e poeti ha visitato la Bosnia Erzegovina e la Croazia per raccogliere “immagini e parole sui percorsi dei rifugiati”. Ne sono nate le prose poetiche di Maria Grazia Calandrone, invernali come il disegno lucente della brina sui rami curvi delle conifere, attente a cogliere, tra Sarajevo, Derventa e Turba, “la gloria delle cose non finite”, l’alternarsi di “abbandono e decoro” dove l’odio e` stato suscitato e alimentato ad arte perche´ fosse capace di travolgere ogni relazione umana. “Ci resta da ritrovare la vita sotto tutto questo”, fa eco il poeta Alessandro Anil: la memoria e l’assenza abitano tanto i superstiti quanto gli esiliati, accomunati dal desiderio impossibile non solo di capire “dove sia l’origine, l’errore di tutto questo”, ma anche di conquistare la “vita normale” che desiderano. “Come potro` restituire tutto questo?”, si chiede Franca Mancinelli nella prosa che completa questo viaggio sbigottito e appassionato. Ai suoi occhi, i luoghi (Kraj Donji, Dobova, Bregana...) si rivelano come un grande albero denudato dall’inverno: vi si coglie “la trama dei rami come nervature della vita”, vi si contano “le sagome scure dei nidi abbandonati”. Tre sentieri nei Balcani, dunque, nel tentativo di accogliere “una narrazione che ci guarda” e ci coinvolge inevitabilmente - e di restituirla al lettore senza alcun compiacimento, nella nudita` invernale che le appartiene.