Palma Lavecchia eBooks
eBooks di Palma Lavecchia di Formato Mobipocket
Il principe AnselmoStoria di piazze, letti di fortuna, amori, figlie della guerra e tradimenti. E-book. Formato Mobipocket Palma Lavecchia - Infinito Edizioni, 2015 -
Vizi e rare virtù di una cittadina dell’Italia centro-meridionale in questo nuovo lavoro dell’autrice di “Mi chiamo Beba”. La piazza, un enigmatico clochard, storie di tradimenti consumati e da consumare e di pane sfornato prima che sorga il sole danno vita a un romanzo corale che sa di mito e di vita vissuta, di mare e di perdizione. Leggere il nuovo lavoro del Capitano Palma Lavecchia è come immergersi in un racconto pirandelliano, in cui prendono vita attraverso suggestive narrazioni le storie dalle sfumature straordinariamente erotiche di un tempo passato, in cui nascevano figli degli stupri di guerra consumati dalle compagnie marocchine agli ordini degli Alleati, ma in cui la gente ancora scendeva in piazza, alla sera, con una sedia, per incontrare gli altri. “Palma Lavecchia narra, da inguaribile romantica, le vicende di un’umanità miserabile, facendo emergere a tratti uno sguardo straordinariamente erotico. È come se ‘Umiliati e offesi’, oppure ‘Povera gente’, fossero stati scritti da Jane Austen e riadattati da D. H. Lawrence”. (Gianpiero Borgia)
Mi chiamo BebaSe un uomo ti picchia non è mai per amore. E-book. Formato Mobipocket Palma Lavecchia - Infinito Edizioni, 2015 -
La violenza contro le donne è una terribile piaga sociale che assume forme che vanno dall’estremo del femminicidio allo stalking e alle tante declinazioni di violenze quotidiane e famigliari, fisiche e psicologiche. Beba, diminutivo di Benedetta, la protagonista di questo libro, è vittima di violenza da parte del compagno. La sua è una storia di persecuzione, resistenza e rinascita che rappresenta il paradigma dei pericoli a cui vanno incontro le donne in un Paese maschilista e ipocrita qual è l’Italia. La storia di Beba e della sua lotta per amore del figlio Mattia e della vita insegna a resistere e a non darsi mai per vinte. Ma soprattutto spiega, una volta per tutte, che se un uomo picchia una donna non lo fa per amore, ma solo per un senso distorto e malato di possesso. Quell’uomo non va protetto e le vittime non possono pensare di cambiarlo immolando la loro vita, ma va denunciato e fatto curare. È l’unico modo per farla finita col femminicidio e per avere una società migliore. “Un terribile proverbio ispanoamericano recita: más te pego, más te quiero, ossia più ti picchio, più ti amo. Una frase paradossale che rivela un inconscio fantasma di violenza all’interno della coppia, basata sull’umiliazione”. (Alessandro Meluzzi)