Avraham Burg eBooks
eBooks di Avraham Burg
Avraham Burg è nato nel 1955, figlio di Yossef Burg, ministro di gabinetto per quattro decenni e fondatore del partito religioso nazionale, il Mafdal. Burg è stato deputato tra le fila dei laburisti e presidente del Parlamento israeliano. Nel corso della sua carriera politica è stato inoltre presidente dell’Agenzia ebraica e del Movimento sionista mondiale, vice presidente del Congresso ebraico mondiale e tra i fondatori di Peace Now. Sconfiggere Hitler ha causato violente polemiche ed è stato un best seller in Israele. Verrà tradotto in tutto il mondo.
Sconfiggere Hitler: Per un nuovo universalismo e umanesimo ebraico. E-book. Formato EPUB Avraham Burg - Neri Pozza, 2016 -
La memoria della Shoah ha reso Israele indifferente alle sofferenze altrui. Il paese nella sua instabilità è ormai simile alla Germania degli anni Trenta. Il sogno e l’ideologia sionista hanno fallito. È il momento di abbandonare l’antica mentalità del ghetto accerchiato e di rivalutare la figura universalistica dell’ebreo della diaspora. Sono tesi molto provocatorie, che hanno suscitato un enorme dibattito e innumerevoli polemiche a partire dalla pubblicazione di Sconfiggere Hitler in Israele, nel 2007. L’autore, notissima figura pubblica israeliana, ex presidente del Parlamento, figlio di un uomo politico di grande influenza, ha avviato una critica radicale ai fondamenti attuali dello Stato di Israele, alla sua identità collettiva definita, sessanta anni dopo Auschwitz, quasi esclusivamente in rapporto all’Olocausto. Inoltre, criticando la svolta nazionalistica ed etnica presa dal paese nel corso degli ultimi decenni, Burg si oppone alle nuove «teorie razziali ebree» degli estremisti religiosi e stigmatizza l’uso della forza militare. Sconfiggere Hitler è però anche un libro di ricordi in cui l’emozione e l’affetto frenano l’indignazione politica e civile. Burg evoca la sua infanzia nella «piccola Germania» di Gerusalemme, dialoga con la madre e, dopo la sua morte, con la figura tutelare del padre, Yossef Burg, dirigente del partito religioso nazionale e ministro nel corso di diversi decenni. In questo saggio denso di riferimenti alla Bibbia e ai grandi testi del giudaismo, Burg lascia parlare la sua tristezza e la sua inquietudine, ma riesce a immaginare e a indicare anche un nuovo programma per Israele nel consesso globale delle nazioni. Un vero messaggio di speranza in cui si materializza il sogno di un ritorno alla serenità e ai valori umanistici e universalistici del giudaismo. Sconfiggere Hitler: una lettura analitica e scioccante di Israele e della sua ideologia, un’analisi del presente e di un futuro difficile. Un saggio polemico che ha provocato sconcerto e dolore. La società israeliana non deve piú vivere all’ombra dell’Olocausto. Il trauma dello Sterminio impedisce agli ebrei di avere fiducia in se stessi e nel mondo attorno a sé. Queste paure plasmano e alimentano il crescente nazionalismo e la violenza che affliggono il paese, con conseguenze globali. Un grande uomo politico israeliano che è stato presidente del Parlamento muove una critica radicale e sofferta al Sionismo, all’identità nazionale, all’immedesimazione problematica tra Stato e religione. «Un libro importante scritto da un uomo di grande coraggio». Tony Judt «Avraham Burg – una delle grandi promesse della sinistra israeliana, presidente dell’Agenzia ebraica a 40 anni e della Knesset a 45 – rischia di creare un pandemonio. Motivo: il suo libro dal titolo Sconfiggere Hitler, nel quale Burg demolisce alcuni dei pilastri ideologici su cui è stato costruito lo Stato ebraico». la Repubblica «Ho scritto questo libro per permettere ai cuori e agli spiriti di aprirsi di nuovo. Ho tentato di evocare la malattia e il dolore e di proporre un primo tentativo di guarigione, sul cammino di una nuova visione nazionale e internazionale». Avraham Burg «Un ripensamento della Shoah, sulle orme di Hannah Arendt, ma anche una dura requisitoria su Israele oggi». la Stampa «Avraham Burg denuncia una parte sempre maggiore e piú accesa della società israeliana che disprezza la politica democratica. Descrive un paese militaristico e xenofobo, ossessionato dall’Olocausto, e vulnerabile, come la Germania degli anni Trenta, all’azione di una minoranza estremistica». The New Yorker