Elisabetta Carra Mittini eBooks
eBooks di Elisabetta Carra Mittini
Dentro le politiche familiari: Storia di una ricerca relazionale sulla Legge 23/99 della Regione Lombardia «Politiche regionali per la famiglia». E-book. Formato PDF Elisabetta Carrà Mittini - Led Edizioni Universitarie, 2012 -
Questo volume racconta un'esperienza molto significativa di ricerca – tuttora in corso – sull'attuazione della Legge 23/99 della Regione Lombardia 'Politiche regionali per la famiglia', realizzata da un'équipe del Centro Studi e Ricerche sulla Famiglia dell'Università Cattolica di Milano. L'obiettivo è innanzitutto di tipo metodologico: illustrare come ricerca sociale e politiche familiari possano efficacemente intrecciarsi. Il modello che viene utilizzato per illustrare tale intreccio è il costrutto ODG (Osservazione, Diagnosi e Guida relazionale), in cui si combinano tre esigenze: osservare e analizzare la situazione, diagnosticare i rischi potenziali o reali, individuare strategie o percorsi di soluzione. La ricerca che ne è nata viene definita 'ricerca relazionale'. Il volume raccoglie per la prima volta in un unico contenitore tutti i risultati finora raggiunti: l'ampia disanima del mondo associativo che è entrato a far parte del Registro regionale delle associazioni di solidarietà familiare; l'analisi della progettualità del Terzo Settore scaturita dalle poltiche familiari lombarde; il percorso compiuto fino a questo momento nel campo della valutazione dei progetti e dei servizi che la l.r. 23/99 ha promosso e finanziato. Il risultato più significativo del progetto nel suo complesso è sicuramente la declinazione operativa del 'familiare', che rappresenta la risposta ad uno degli interrogativi chiave della ricerca sulle politiche familiari: quali sono i requisiti di un servizio di tipo familiare.
Un’osservazione che progetta: Strumenti per l’analisi e la progettazione relazionale di interventi nel sociale. E-book. Formato PDF Elisabetta Carrà Mittini - Led Edizioni Universitarie, 2012 -
Il volume si propone di documentare la maggior efficacia di un approccio alla progettazione e all'intervento, che metta al centro le relazioni tra i soggetti e promuova la loro attivazione nel processo di identificazione e realizzazione degli obiettivi. La consapevolezza della complessità e della rischiosità del vivere contemporaneo, argomentate nella prima parte, rafforzano la convinzione di dover moltiplicare i punti di vista, progettando e lavorando in rete, per ridurre l'incertezza dell'agire sociale. Il volume offre, poi, nella seconda parte, una panoramica esauriente dei principali strumenti di cui si avvale l'analisi e la progettazione relazionale. Come le parole finali del volume suggeriscono, l'adozione della prospettiva relazionale nell'osservazione, nella progettazione e nell'attuazione di interventi sociali può promuovere la realizzazione di pratiche 'buone', in senso forte, ovvero 'eticamente buone', tese a un modello di vita 'buona', capaci di rigenerare il legame sociale e il tessuto relazionale della società, deteriorati ed erosi dal prevalente individualismo.
Buone pratiche e capitale sociale: Servizi alla persona pubblici e di privato sociale a confronto. E-book. Formato PDF Elisabetta Carrà Mittini - Led Edizioni Universitarie, 2012 -
Il fulcro attorno al quale ruota il volume è la tesi secondo cui la qualità dei servizi alla persona e la possibilità di considerarli pratiche «buone» dipendono dalla capacità di generare e rigenerare il capitale sociale degli utenti e delle loro reti di relazioni. Secondo la prospettiva della sociologia relazionale, il capitale sociale consiste di relazioni reciproche basate sulla fiducia e sulla cooperazione, che siano un bene in sé e non un mero strumento per raggiungere altre finalità. Tali caratteri specifici rendono più probabile che esso si generi nell’ambito delle organizzazioni di privato sociale in cui i soggetti agiscono generalmente sulla base di uno spirito solidaristico e prestano un aiuto che è centrato sulla relazione di fiducia tra chi eroga il servizio e chi lo riceve. Al contrario, è difficile che si sviluppi capitale sociale nelle organizzazioni pubbliche o di mercato che erogano servizi standardizzati e nelle quali il ruolo prevale sulla persona che lo ricopre e il legame tra le persone è di tipo funzionale e strumentale. Attraverso l’analisi dei risultati di due ricerche – sui Centri di Aggregazione Giovanile pubblici e di privato sociale del comune di Milano e sull’Affido professionale della Provincia di Milano – l’ipotesi di partenza viene solo in parte confermata: il capitale sociale può anche essere l’effetto inatteso di azioni promosse da soggetti pubblici che riescono, attraverso una strategia partecipativa, a innescare il lavoro delle reti sociali. Viceversa può stentare a incrementarsi laddove i soggetti di privato sociale non riescono a promuovere in modo pieno l’empowerment dei destinatari dei propri servizi.