Emanuela Vartolo eBooks
eBooks di Emanuela Vartolo
Cesare Nudo: Sotto tutto l'uomo è nudo. E-book. Formato EPUB Emanuela Vartolo - Edizioni Saecula, 2013 -
In una dimensione senza tempo, in luoghi di vita, Cesare Pavese si mostra, nudo. L’uomo, l’intellettuale, il poeta, il fanciullo che fu. Parla. Incontra le sue donne, quelle a cui ha dato “carne e sangue” con le sue parole, quelle a cui ha dato una storia. E loro, come a pagargli un debito, vivono il disagio della presenza, della nudità, del confronto, delle parole, della poesia come naturale impulso. Del raccontare come condanna. In uno stile germinato sulle stesse pagine pavesiane, i racconti toccano i ricordi d’infanzia, di un amore, del confino, di un sogno, e, come corde, a volte stridono, perfino scorticano. Un esperimento che fonde il piombo della vita, del genio e dei mondi artificiali di Pavese per ricreare qualcosa che, pur apparendo nuovo, ha l’enorme carica evocativa di certe materie prime. Un libro che nasce da suggestioni tutte pavesiane, e che a Pavese paga un tributo. Una vera sfida letteraria, perché alle immagini, nate dalle pagine dello scrittore di Santo Stefano Belbo, l’autrice riuscisse a dare movimento, perché alla suggestione si sostituisse un’emozione più lucida, una voce originale. Un libro che è tutto un esperimento, dove Cesare Pavese, precipitato nei suoi luoghi e raccontato dalle sue donne di carta, diventa personaggio a tutto tondo, vero, credibile, non perché realmente esistito ma perché ben costruito. E le stesse narratrici, Ginia, Britomarti, Santa, Saffo e le due Clelia non appaiono personaggi di seconda mano, ma nuovi, neonati, seppur con un passato già sentito.
Cesare Nudo: Sotto tutto l'uomo è nudo. E-book. Formato Mobipocket Emanuela Vartolo - Edizioni Saecula, 2013 -
In una dimensione senza tempo, in luoghi di vita, Cesare Pavese si mostra, nudo. L’uomo, l’intellettuale, il poeta, il fanciullo che fu. Parla. Incontra le sue donne, quelle a cui ha dato “carne e sangue” con le sue parole, quelle a cui ha dato una storia. E loro, come a pagargli un debito, vivono il disagio della presenza, della nudità, del confronto, delle parole, della poesia come naturale impulso. Del raccontare come condanna. In uno stile germinato sulle stesse pagine pavesiane, i racconti toccano i ricordi d’infanzia, di un amore, del confino, di un sogno, e, come corde, a volte stridono, perfino scorticano. Un esperimento che fonde il piombo della vita, del genio e dei mondi artificiali di Pavese per ricreare qualcosa che, pur apparendo nuovo, ha l’enorme carica evocativa di certe materie prime. Un libro che nasce da suggestioni tutte pavesiane, e che a Pavese paga un tributo. Una vera sfida letteraria, perché alle immagini, nate dalle pagine dello scrittore di Santo Stefano Belbo, l’autrice riuscisse a dare movimento, perché alla suggestione si sostituisse un’emozione più lucida, una voce originale. Un libro che è tutto un esperimento, dove Cesare Pavese, precipitato nei suoi luoghi e raccontato dalle sue donne di carta, diventa personaggio a tutto tondo, vero, credibile, non perché realmente esistito ma perché ben costruito. E le stesse narratrici, Ginia, Britomarti, Santa, Saffo e le due Clelia non appaiono personaggi di seconda mano, ma nuovi, neonati, seppur con un passato già sentito.