Gian Carlo Tusceri eBooks
eBooks di Gian Carlo Tusceri
MGDL e dintorni: Nuove ipotesi su nesonimi e toponimi del Mediterraneo alla luce delle lingue e delle culture mediorientali. E-book. Formato EPUB Gian Carlo Tusceri - Condaghes, 2016 -
La curiosità per il significato dei toponimi e per i motivi che li hanno giustificati nel tempo, in particolare per quelli più criptati, attira da tempo immemorabile l’interesse degli studiosi, in particolare di dilettanti che, senza alcuna informazioni di tipo linguistico, si sono occupati dell’etimologia, procedendo ad orecchio. La ricerca etimologica richiede innanzitutto un metodo di indagine, per cui all'interpretazione si arriva non già sulla base di semplici assonanze con parole della propria o di altre lingue, bensì per ricostruzione scientifica, là dove possibile, dello spirito originario enucleato dalla comunità proponente. Occorre dunque uno sforzo per miscelare in un unico sistema di ricerca protostoria, storia, geografia, sociologia, antropologia, e finalmente linguistica, o meglio ancora, archeolinguistica. Si deve – a parere di Gian Carlo Tusceri – arrivare, procedendo a ritroso nel tempo, alla riconduzione del significato sul significante che lo ha prodotto, per uno scopo ben preciso. Da ogni sito, così come da ogni oggetto che ci circonda, promana un messaggio inequivocabile che, travolti dalla civiltà dei consumi (compresi quelli pseudoculturali di massa) spesso non udiamo più, o fraintendiamo. Dando uno sguardo a una qualunque carta del Mediterraneo, ci accorgiamo che vi abbonda una certa quantità di isolette denominate Toro, Vacca, Pollo, Pecore, Cavallo, Bisce, Serpenti, Capre, Cervi, Asini. Questa coincidenza mi ha sempre incuriosito, fin da quando ero bambino e sentivo e leggevo in merito le spiegazioni più ridicole. Cavallo, perché i banditi rubavano i cavalli e li sbarcavano nelle isolette per farne contrabbando. Il toro era l’isola dove l’animale veniva relegato prima della monta. Le vacche si sarebbero chiamate così per la forma delle isole, così come pure le capre talvolta. I cervi erano gli scogli o gli speroni rocciosi costieri che gli animali raggiungevano in Gallura, provenendo dall'interno della Sardegna, magari fermandovisi poi di vedetta. Queste assurdità gridavano da troppo tempo vendetta. Occorreva un libro che esaminasse le ultime teorie in materia e spiegasse i toponimi, partendo dal punto di vista dei primi naviganti, degli esploratori, degli occupanti, in base alle reali caratteristiche del luogo, perché chi fosse arrivato dopo di loro, potesse riconoscerli.
MGDL e dintorni: Nuove ipotesi su nesonimi e toponimi del Mediterraneo alla luce delle lingue e delle culture mediorientali. E-book. Formato Mobipocket Gian Carlo Tusceri - Condaghes, 2016 -
La curiosità per il significato dei toponimi e per i motivi che li hanno giustificati nel tempo, in particolare per quelli più criptati, attira da tempo immemorabile l’interesse degli studiosi, in particolare di dilettanti che, senza alcuna informazioni di tipo linguistico, si sono occupati dell’etimologia, procedendo ad orecchio. La ricerca etimologica richiede innanzitutto un metodo di indagine, per cui all'interpretazione si arriva non già sulla base di semplici assonanze con parole della propria o di altre lingue, bensì per ricostruzione scientifica, là dove possibile, dello spirito originario enucleato dalla comunità proponente. Occorre dunque uno sforzo per miscelare in un unico sistema di ricerca protostoria, storia, geografia, sociologia, antropologia, e finalmente linguistica, o meglio ancora, archeolinguistica. Si deve – a parere di Gian Carlo Tusceri – arrivare, procedendo a ritroso nel tempo, alla riconduzione del significato sul significante che lo ha prodotto, per uno scopo ben preciso. Da ogni sito, così come da ogni oggetto che ci circonda, promana un messaggio inequivocabile che, travolti dalla civiltà dei consumi (compresi quelli pseudoculturali di massa) spesso non udiamo più, o fraintendiamo. Dando uno sguardo a una qualunque carta del Mediterraneo, ci accorgiamo che vi abbonda una certa quantità di isolette denominate Toro, Vacca, Pollo, Pecore, Cavallo, Bisce, Serpenti, Capre, Cervi, Asini. Questa coincidenza mi ha sempre incuriosito, fin da quando ero bambino e sentivo e leggevo in merito le spiegazioni più ridicole. Cavallo, perché i banditi rubavano i cavalli e li sbarcavano nelle isolette per farne contrabbando. Il toro era l’isola dove l’animale veniva relegato prima della monta. Le vacche si sarebbero chiamate così per la forma delle isole, così come pure le capre talvolta. I cervi erano gli scogli o gli speroni rocciosi costieri che gli animali raggiungevano in Gallura, provenendo dall'interno della Sardegna, magari fermandovisi poi di vedetta. Queste assurdità gridavano da troppo tempo vendetta. Occorreva un libro che esaminasse le ultime teorie in materia e spiegasse i toponimi, partendo dal punto di vista dei primi naviganti, degli esploratori, degli occupanti, in base alle reali caratteristiche del luogo, perché chi fosse arrivato dopo di loro, potesse riconoscerli.
Pascal mon amie. Il naufragio de La Sémillante. E-book. Formato EPUB Gian Carlo Tusceri - Editrice Taphros, 2021 -
Una fregata da guerra francese cola a picco nello Stretto di Bonifacio. È il 15 febbraio 1855 e, in Crimea, Francia e Inghilterra contendono alla Russia zarista il controllo degli Stretti. Sull’inabissamento de La Sémillante Alphonse Daudet scriverà uno dei suoi racconti più avvincenti. Tanti anni dopo la tragedia (700 morti e nessun superstite) Gian Carlo Tusceri fa di nuovo rotta sulle orme del naviglio francese, interrogando, con il solito piglio, le zone torbide e di ombra di una vicenda sulla quale non è mai stata fatta sufficiente chiarezza. Le domande senza risposta continuano così ad essere tante, e i sospetti di Tusceri, che ha fuso storia e fiction, rincarano la dose. Un autentico saggio di storia sotto non troppo mentite spoglie.