Gisbert Haefs eBooks

eBooks di Gisbert Haefs
EBOOK   9788865599181

Troia. E-book. Formato EPUB Gisbert Haefs   -  Beat, 2022  - 

È il VI secolo a.C. quando l’ateniese Solone, deluso dai suoi concittadini, si ritrova su un’imbarcazione diretta in Egitto insieme a un gruppo di mercanti. Sono in sei, e bastano poche parole e qualche coppa di vino per rievocare il poeta che cantò le epiche gesta di dèi ed eroi: Omero. Un racconto, quello dell’aedo tracio, capace di far sognare gli uomini, ma anche di riempire il loro mondo di leggi da rispettare, ricorda Solone, perché su tutto vigilano loro, le divinità dal comportamento volubile che è meglio non far adirare. Giunti in Egitto, le parole del fenicio Ahiram, vecchio timoniere ospitato presso il tempio di Amun, fanno, però, vacillare le convinzioni di Solone. E se quelle entità superiori che Omero ha cantato non esistessero? Se niente si fosse svolto come è sempre stato raccontato? Se il rapimento di Elena non fosse stato un crimine e un’offesa, ma solo la fuga di una donna in cerca di una nuova vita? Se, infine, a muovere gli uomini non fosse il volere degli dèi, ma sentimenti come il coraggio e la debolezza, il cinismo e la codardia? Inizia così un altro racconto, che conduce Solone in un mondo disincantato, abitato da fragilità, debolezze e vizi, e che, privo della sacralità del mito, scuote in profondità le fondamenta dell’Ellade. Parole e versi, segni e scritture scompaiono per lasciare il posto a un’altra versione del racconto omerico, in cui sono gli uomini, e non gli dèi, a fare la storia. «Nelle gesta degli dèi e degli eroi vediamo le leggi che loro infrangono e che noi dobbiamo rispettare. Noi, che non siamo né dèi né eroi. Forse abbiamo inventato tutto questo per avere un fondamento al vivere comune. Un sogno che ci aiuta a vivere. Se dovessimo mai scoprire come sono andate davvero le cose… avrei paura del risveglio».

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EBOOK   9788865598580

Annibale. E-book. Formato EPUB Gisbert Haefs   -  Beat, 2021  - 

In viaggio verso Alessandria, e ormai giunto alla fine della sua vita, l’anziano mercante elleno Antigonos di Carcedonia, figlio di Aristide e signore del Banco della Sabbia, affida alla pergamena la sua storia. Una storia di cui, tuttavia, non è protagonista, giacché Antigonos nel corso della sua lunga esistenza è stato testimone dei momenti disperati e delle scelte estreme di tanti uomini di valore, uomini che ora sono tutti scomparsi nel nulla. Come l’ostinato Regolo, sfortunato ma degno di rispetto, l’imponente stratega Amilcare, e naturalmente il granitico Scipione, che chiamavano Scipione l’Africano. Erano grandi uomini, eppure anche loro null’altro che rotelle di un ingranaggio: avevano la capacità di farlo accelerare o rallentare, ma non potevano arrestarlo e tantomeno sottrarvisi. Uno solo è stato davvero lungimirante e in un’epoca di grandi disordini ebbe fra le mani il potere di impedire la fine di un mondo e di costringere la storia a seguire un altro corso. È stato il fuoco prepotente che ha consumato il vecchio mondo, era più grande di Achille, di Ciro e di Alessandro Magno, nelle taverne se ne sente ancora parlare e a Roma non scenderà mai il silenzio su di lui: Annibale Barca, un uomo leggendario. Con uno stile rapido ed efficace, scene corali ben congegnate e dialoghi brillanti, Gisbert Haefs ci offre un affascinante ed epico spaccato di vita del III secolo a.C., tratteggiando le gesta dell’unico uomo che i Romani temettero davvero. «Era più grande di Achille, di Ciro e di Alessandro... Nelle taverne se ne sente ancora parlare, anche qui ad Alessandria, e a Roma non scenderà mai il silenzio su di lui. È stato il fuoco prepotente che ha consumato il vecchio mondo, ma non sarà una fenice. Così, in quest’ultima città libera, non mi resta che trasformare in frasi la cenere dei miei ricordi».

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