Matteo Pacini eBooks
eBooks di Matteo Pacini
La sindrome migratoria. E-book. Formato EPUB Matteo Pacini - Edizioni Clandestine, 2018 -
LIBRO A LAYOUT FISSOIn questo saggio provocatorio Matteo Pacini affronta l’argomento della depressione nell’ambito dell’emigrazione, analizzando le diverse e complesse sfumature di tale patologia e le sue cause. Che sia ingenuo pensare che uno stato depressivo preceda l’emigrazione è chiaro da una sintomatologia sempre ignorata nel soggetto definito ‘depresso’ dal senso comune. Chi è clinicamente depresso, ricorda infatti Pacini, vola basso e cerca soluzioni nel circostante, aderendo a un’ottica stanziale. Non è un mistero che il depresso diagnosticato ha difficoltà a organizzare il quotidiano, dall’alzarsi dal letto al lavarsi. Figuriamoci se pianifica di emigrare! Ecco che rimane un’unica forma di depressione compatibile con l’abbandono del proprio paese di origine verso nuovi lidi, quella propria della patologia bipolare, che alterna fasi euforiche (quelle che convincono a mollare gli ormeggi, in vista di un avvenire migliore) a periodi di depressione, spesso conseguenti a stress dovuto ai fallimenti, ma anche a vittorie rapide.Matteo Pacini, nato a Pisa nel 1975, è uno psichiatra e medico, ricercatore nell’ambito di dipendenze e terapie. Tra le sue pubblicazioni, Dipendenza da cibo; Psicofarmaci – tossicità, dipendenza e altri miti da sfatare.
Dipendenza da cibo. Comprendere le origini dei disturbi alimentari a partire dalla biologia dell’Appetito. E-book. Formato EPUB Matteo Pacini - Caravaggio Editore, 2013 -
Del cibo abbiamo bisogno, e sicuramente in tal senso ne dipendiamo. Tuttavia, non è questo che rovina il rapporto con esso, ma piuttosto un infelice incontro tra l’appetito e il significato estetico e di successo legato al peso e alla forma fisica. In tutto il mondo milioni di persone sottopongono l’appetito ad un maltrattamento continuo, e pretendono che si calmi e se ne ritorni da dove è venuto. Parallelamente, il peso medio nei paesi ricchi aumenta anziché diminuire, e l’appetito diventa sempre più arrabbiato e sempre più associato ad un umore agitato e insoddisfatto. Mangiare male, ancora prima che un problema di scelta degli alimenti e dei ritmi, sta nel non conoscere quali sono le funzioni che regolano il comportamento alimentare. È necessario sapere che c’è la fame e c’è l’appetito, e che non sono la stessa cosa. La dieta dialoga con la fame, ma è l’appetito che risponde, e i conti non torneranno mai in questo modo. Non tornano sulla bilancia, così come nella capacità di imparare a controllarsi. Mangiar male significa diventare dipendenti da un piacere che tutto dovrebbe fare fuorché togliere felicità. Questo libro è un tentativo di riunire una serie di semplici conoscenze sui meccanismi della fame e dell’appetito e su come possono impazzire nei disturbi del comportamento alimentare, fino a trasformare un elemento scontato e piacevole, in una schiavitù angosciante. Non ci aiutano i nostri geni, che sono soltanto capaci di farci mangiare di più, e di farci immagazzinare di più quel che mangiamo, e neanche il nostro istinto, che cresce sia quando è stimolato, che quando è bacchettato. Men che meno ci aiuta una cultura che ci chiede ciò che è biologicamente impossibile, cioè di tenere a freno gli istinti, inondandoci poi di tentazioni e di abbondanza. La maggior parte delle soluzioni risolvono ciò che possono risolvere, che è solo la punta dell’iceberg di un problema cerebrale, prima che dello stomaco. Se ti rispecchi in una o più delle seguenti situazioni, potresti avere un rapporto alterato col cibo: Mangiare più velocemente del normale, con il risultato di gustare di meno il cibo; Mangiare anche quando ci si sente pieni; Mangiare senza avere più la capacità di distinguere tra fame e sazietà (mangiare senza fame); Compiacersi nell'immaginarsi mentre si consuma cibo e pensare, mentre si compiono altre attività, a quando si andrà "finalmente" a mangiare; Accorgersi che le proprie spese per il cibo, e anche il tempo dedicato al mangiare, stanno aumentando in maniera imbarazzante; Mangiare in maniera solitaria, con la tendenza a mangiare di meno quando si è con gli altri; Si desidera il cibo in maniera continua e intensa, ma di fatto la gratificazione durante il pasto non è soddisfacente; In alcuni momenti si può stabilire un cortocircuito mentale con l'idea che l'unico modo di sfuggire a questa "ossessione" per il cibo sia quello di mangiare abbastanza e in piena libertà. Dott. Matteo Pacini, Medico Chirurgo. Specialista in Psichiatria. Il Dr. Pacini svolge dal 1998 attività clinica e di ricerca nell’ambito della tossicodipendenza, con particolare riguardo alla dipendenza da alcol, eroina e cocaina, e alla doppia diagnosi psichiatrica. È autore di numerose pubblicazioni di ricerca e revisione della letteratura sul tema dell'uso di sostanze, delle dipendenze e dei disturbi psichiatrici associati.
Dipendenza da cibo. Comprendere le origini dei disturbi alimentari a partire dalla biologia dell’Appetito. E-book. Formato Mobipocket Matteo Pacini - Caravaggio Editore, 2013 -
Del cibo abbiamo bisogno, e sicuramente in tal senso ne dipendiamo. Tuttavia, non è questo che rovina il rapporto con esso, ma piuttosto un infelice incontro tra l’appetito e il significato estetico e di successo legato al peso e alla forma fisica. In tutto il mondo milioni di persone sottopongono l’appetito ad un maltrattamento continuo, e pretendono che si calmi e se ne ritorni da dove è venuto. Parallelamente, il peso medio nei paesi ricchi aumenta anziché diminuire, e l’appetito diventa sempre più arrabbiato e sempre più associato ad un umore agitato e insoddisfatto. Mangiare male, ancora prima che un problema di scelta degli alimenti e dei ritmi, sta nel non conoscere quali sono le funzioni che regolano il comportamento alimentare. È necessario sapere che c’è la fame e c’è l’appetito, e che non sono la stessa cosa. La dieta dialoga con la fame, ma è l’appetito che risponde, e i conti non torneranno mai in questo modo. Non tornano sulla bilancia, così come nella capacità di imparare a controllarsi. Mangiar male significa diventare dipendenti da un piacere che tutto dovrebbe fare fuorché togliere felicità. Questo libro è un tentativo di riunire una serie di semplici conoscenze sui meccanismi della fame e dell’appetito e su come possono impazzire nei disturbi del comportamento alimentare, fino a trasformare un elemento scontato e piacevole, in una schiavitù angosciante. Non ci aiutano i nostri geni, che sono soltanto capaci di farci mangiare di più, e di farci immagazzinare di più quel che mangiamo, e neanche il nostro istinto, che cresce sia quando è stimolato, che quando è bacchettato. Men che meno ci aiuta una cultura che ci chiede ciò che è biologicamente impossibile, cioè di tenere a freno gli istinti, inondandoci poi di tentazioni e di abbondanza. La maggior parte delle soluzioni risolvono ciò che possono risolvere, che è solo la punta dell’iceberg di un problema cerebrale, prima che dello stomaco. Se ti rispecchi in una o più delle seguenti situazioni, potresti avere un rapporto alterato col cibo: Mangiare più velocemente del normale, con il risultato di gustare di meno il cibo; Mangiare anche quando ci si sente pieni; Mangiare senza avere più la capacità di distinguere tra fame e sazietà (mangiare senza fame); Compiacersi nell'immaginarsi mentre si consuma cibo e pensare, mentre si compiono altre attività, a quando si andrà "finalmente" a mangiare; Accorgersi che le proprie spese per il cibo, e anche il tempo dedicato al mangiare, stanno aumentando in maniera imbarazzante; Mangiare in maniera solitaria, con la tendenza a mangiare di meno quando si è con gli altri; Si desidera il cibo in maniera continua e intensa, ma di fatto la gratificazione durante il pasto non è soddisfacente; In alcuni momenti si può stabilire un cortocircuito mentale con l'idea che l'unico modo di sfuggire a questa "ossessione" per il cibo sia quello di mangiare abbastanza e in piena libertà. Dott. Matteo Pacini, Medico Chirurgo. Specialista in Psichiatria. Il Dr. Pacini svolge dal 1998 attività clinica e di ricerca nell’ambito della tossicodipendenza, con particolare riguardo alla dipendenza da alcol, eroina e cocaina, e alla doppia diagnosi psichiatrica. È autore di numerose pubblicazioni di ricerca e revisione della letteratura sul tema dell'uso di sostanze, delle dipendenze e dei disturbi psichiatrici associati.