Stefano M Corso eBooks
eBooks di Stefano M Corso
Lavoro e responsabilità di impresa nel sistema del D.LGS. 8 giugno 2001 n. 231. E-book. Formato PDF Stefano M. Corso - Giappichelli, 2015 - Giustizia Penale Ed Economia
Lo studio analizza il quadro normativo che storicamente ha portato alla pretesa di una 'cultura della legalità' e, in specie, di una 'cultura della sicurezza' nell'attività economica svolta da enti collettivi con l'obiettivo di coniugare il rispetto di diritti costituzionalmente garantiti (quali il diritto al lavoro e all'integrità fisica) con la moralizzazione del profitto. L'intervento legislativo è e deve essere nella direzione di una maggiore tutela dei valori individuali e collettivi, il tutto nel quadro di una lettura sicuramente dinamica dei rapporti tra libertà dell'iniziativa economica privata e tutela degli interessi sociali ai sensi dell'art. 41 Cost. Si delinea il principio secondo cui la criminalità di impresa non è solo quella che si risolve in una aggressione degli interessi finanziari del mercato e della concorrenza, ma è tale anche allorché l'illecito colpisca soggetti terzi (i cd. stakeholders) quali i lavoratori subordinati, i creditori, gli investitori e i soci nonché i consumatori. Lo studio analizza la risposta giuridica al problema del controllo dell'attività d'impresa con misure penali e amministrative, alla luce di inputs sovranazionali e derivanti dal quadro costituzionale italiano: il valore 'lavoro' è quello assunto come oggetto di tutela privilegiata dalla criminalità di impresa e come misura della qualità della risposta data alla responsabilità delle persone giuridiche e degli enti collettivi-datori di lavoro con il D.lgs. 8 giugno 2001, n. 231.
Studi sul caporalato. E-book. Formato PDF Stefano Maria Corso - Giappichelli Editore, 2020 -
La monografia “Studi sul caporalato” vuole essere un approccio interdisciplinare ad un settore, quello della intermediazione illecita e dello sfruttamento del lavoro, dove – con la legge n. 199/2016 – si coglie la nitida consapevolezza delle ricadute della giustizia sull’economia (e non solo sull’impresa coinvolta) e su soggetti incolpevoli (in primis, i lavoratori) e della necessità di operare in modo che la responsabilità (penale o amministrativa) rimanga circoscritta alle persone fisiche o giuridiche cui l’illecito è attribuibile. Il diffuso lavoro sommerso, la persistente crisi economica, l’ingresso della criminalità organizzata nella gestione di “gruppi vulnerabili” hanno portato a conoscere la figura del “caporale” anche in settori diversi da quello agricolo (quali l’edilizia e la cantieristica), trasformandola in componente dell’organizzazione criminale in grado di avvalersi dei metodi ad essa connaturali. La repressione penale è articolata e colpisce (finalmente) il datore di lavoro consapevole sfruttatore, ma l’attenzione maggiore viene rivolta all’azione di prevenzione, controllo e contrasto al fenomeno dello sfruttamento nella consapevolezza che il processo (e la condanna) penale può venir marginalizzata da un’economia non impegnata a massimizzare il profitto, ma anche sensibile a rimuovere le sacche di “esclusione sociale”. La legge n. 199/2016 appare un laboratorio sperimentale che testa soluzioni alternative alla repressione, interventi della iniziativa economica privata, misure di sostegno ai singoli e alle imprese e che non preclude ulteriori sviluppi.
Segnalazione di illeciti e organizzazioni di lavoro - e-Book: Pubblico e privato nella disciplina del Whistleblowing. Con Prefazione di Paolo Pascucci. E-book. Formato PDF Stefano Maria Corso - Giappichelli Editore, 2020 -
L’istituto del whistleblowing è sostanzialmente nuovo, è stato introdotto attraverso più passaggi nell’arco di un quinquennio (2012-2017) ed è destinato a conoscere un ulteriore processo di assestamento a seguito dell’esecuzione della Direttiva UE 23 ottobre 2019, n. 1937. Lo studio analizza il processo evolutivo che ha portato ad estrapolare dal diritto di critica (riconosciuto, non senza resistenze, al lavoratore) il diverso diritto di segnalare illeciti – non solo di rilievo penale – in ambito lavorativo (pubblico e privato), da un canto, con l’escludere la sua qualificazione in termini di violazione dell’obbligo di fedeltà (comunque inteso) e, dall’altro, con il ricollegare a detto esercizio una cogente e puntuale protezione legale da ricadute negative sul rapporto di lavoro. Per tale ragione, partendo dalla constatazione di un preciso interesse pubblico alla collaborazione con la giustizia e di una carenza di tutela per il denunciante/segnalante (anche se lavoratore), è stato ricostruito il contributo della giurisprudenza, della dottrina e della contrattazione collettiva all’individuazione di forme di tutela per il whistleblower antecedenti e successive alla legge 30 novembre 2017, n. 179. Quanto rimasto per decenni affidato prevalentemente ad una giurisprudenza illuminata (che ha implicato il richiamo in questa sede della principale casistica) ha trovato finalmente un testo normativo di riferimento, sia per il settore pubblico che per quello privato, dove l’istituto della segnalazione di illeciti trova una sua definizione, un suo contenuto e una sua autonomia pur continuando a sollevare – ma avrebbe sorpreso il contrario – problemi di interpretazione e di raccordo. Peculiare attenzione è stata data infine alla segnalazione anonima presentata dal lavoratore e al conflitto di tutela tra il lavoratore segnalante e quello segnalato nonché all’evoluzione della disciplina – anche su input comunitario – alla ricerca di un appagante punto di equilibrio tra interessi ed obblighi datoriali, modalità di esercizio e garanzie riconosciute ai lavoratori.