Vito Tartamella eBooks
eBooks di Vito Tartamella
Parolacce. E-book. Formato EPUB Vito Tartamella - Vito Tartamella, 2016 -
«Mi avete rotto l'apparato riproduttivo!». Diciamo la verità: un mondo senza parolacce sarebbe grigio e noioso. Ma a cosa servono le volgarità? Quando sono nate, perché le diciamo, quali effetti hanno? Sono i frammenti d’una lingua antica e magica, con cui possiamo esprimere profonde verità. Lo racconta il primo saggio italiano sul turpiloquio: “Parolacce”, un long seller documentato e divertente, che ha venduto oltre 21mila copie e ha ricevuto gli apprezzamenti di Umberto Eco e Roberto Benigni. E ora sbarca nelle librerie digitali con la sua 5a edizione rinnovata in formato ebook. Oggi la volgarità tiene banco in politica, per strada e in tv. Ma è davvero un'aberrazione moderna? Leggendo questo libro scoprirete che le parolacce c'erano già negli antichi poemi babilonesi e nei geroglifici Egizi (e persino nella Bibbia). Perché sono fra le più antiche parole nella storia dell'uomo. Il turpiloquio, infatti, ha segnato l’inizio della civiltà: invece di scagliarsi pietre, gli uomini hanno imparato a lanciarsi... parole. Feriscono ugualmente, ma almeno non uccidono. E sono così importanti che nel nostro cervello c'è un'area specializzata nel controllo delle parolacce. E riesce a sopravvivere anche ai traumi: infatti, chi perde l’uso della parola per un ictus, può conservare l’abilità di imprecare.Perché le parolacce sono parole al servizio delle emozioni: non solo dell'odio, ma anche della gioia e del gioco. Non a caso, sono uno degli strumenti dei comici e dei letterati, da Dante Alighieri a William Shakespeare, fino a Checco Zalone. Le volgarità rivelano gli aspetti più delicati della nostra vita: il sesso e i tabù, la religione, la morte e la malattia, i rapporti sociali. Infatti, uno dei primi documenti della letteratura italiana è un insulto, scritto sul dipinto di un'antica chiesa di Roma.Parolacce. Se le conosci, sai cosa dici.
Parolacce. E-book. Formato Mobipocket Vito Tartamella - Vito Tartamella, 2016 -
«Mi avete rotto l'apparato riproduttivo!». Diciamo la verità: un mondo senza parolacce sarebbe grigio e noioso. Ma a cosa servono le volgarità? Quando sono nate, perché le diciamo, quali effetti hanno? Sono i frammenti d’una lingua antica e magica, con cui possiamo esprimere profonde verità. Lo racconta il primo saggio italiano sul turpiloquio: “Parolacce”, un long seller documentato e divertente, che ha venduto oltre 21mila copie e ha ricevuto gli apprezzamenti di Umberto Eco e Roberto Benigni. E ora sbarca nelle librerie digitali con la sua 5a edizione rinnovata in formato ebook. Oggi la volgarità tiene banco in politica, per strada e in tv. Ma è davvero un'aberrazione moderna? Leggendo questo libro scoprirete che le parolacce c'erano già negli antichi poemi babilonesi e nei geroglifici Egizi (e persino nella Bibbia). Perché sono fra le più antiche parole nella storia dell'uomo. Il turpiloquio, infatti, ha segnato l’inizio della civiltà: invece di scagliarsi pietre, gli uomini hanno imparato a lanciarsi... parole. Feriscono ugualmente, ma almeno non uccidono. E sono così importanti che nel nostro cervello c'è un'area specializzata nel controllo delle parolacce. E riesce a sopravvivere anche ai traumi: infatti, chi perde l’uso della parola per un ictus, può conservare l’abilità di imprecare.Perché le parolacce sono parole al servizio delle emozioni: non solo dell'odio, ma anche della gioia e del gioco. Non a caso, sono uno degli strumenti dei comici e dei letterati, da Dante Alighieri a William Shakespeare, fino a Checco Zalone. Le volgarità rivelano gli aspetti più delicati della nostra vita: il sesso e i tabù, la religione, la morte e la malattia, i rapporti sociali. Infatti, uno dei primi documenti della letteratura italiana è un insulto, scritto sul dipinto di un'antica chiesa di Roma.Parolacce. Se le conosci, sai cosa dici.
Parolacce. Perché le diciamo, che cosa significano, quali effetti hanno. E-book. Formato EPUB Vito Tartamella - Bur Biblioteca Univ. Rizzoli, 2013 - Saggi
Insulto, esplosione verbale che oltraggia, ingiuria, improperio, insolenza: la parolaccia è una costante del comportamento umano, una corrente elettrica che attraversa da sempre il linguaggio individuale e collettivo, come testimoniano gli storici della lingua, datando dagli esordi della comunicazione verbale della specie l'apparizione delle parolacce, in ogni civiltà, e rintracciandone le evenienze in ogni tempo. Non è un fenomeno casuale: i neurologi sono riusciti a stabilire che nel cervello esiste un'area espressamente dedicata all'elaborazione e all'invenzione degli insulti. Vito Tartamella rintraccia una storia che delinea una democrazia del linguaggio: le parolacce sono pronunciate dai più incolti, ma entrano di diritto nella storia della letteratura (non solo antica, come dimostrano i noir più celebri dei nostri giorni) e nelle vicende di cronaca, a volte arrivando a vette storiche memorabili (come nel caso celebre del generale Cambronne). In realtà, che cosa sono le parolacce? Perché si dicono? Che effetto hanno sull'ascoltatore? Come si pronunciano all'estero? A questa serie di domande, e ad altre che riescono a sortire un effetto esilarante, Tartamella risponde ricorrendo alle teorie linguistiche e ai risvolti scientifici, e affiancando aneddoti, curiosità e bizzarrie a questo impazzimento del linguaggio che, da Aristofane a Benigni, è una delle componenti più continue e sorprendenti della storia della comunicazione umana.