Grau 2 eBooks

eBooks editi da Grau 2 di Formato Mobipocket
EBOOK   9788827582732

Attraverso la materia. E-book. Formato Mobipocket Enzo Rosato   -  Grau.2, 2018  - 

Attraverso la materia si inserisce a pieno titolo nella serie di libri d’autore che la collana Grau.2 va promuovendo lì dove un artista sia interessato a farlo. Cosa si intende per libro d’autore, almeno in questo caso? Si intende un procedere libero delle opere, un procedere che non intende fissare bandierine nello scandire scientifico (e di mercato) della storia dell’arte, piuttosto un loro subire contaminazioni via nei ricordi molto personali dell’artista, via dentro letture estemporanee, anche di breve durata, più spesso di lato e nel dubbio. Il passe par tout di questa vera e propria trasfigurazione della materia d’autore è da individuarsi nello studio stesso di Enzo Rosato dove, nel tempo senza tempo dell’artista, le sue opere stanno senza imbarazzo, quasi provocatorie, le une vicine alle altre, siano esse degli anni sessanta o di mezzo secolo dopo. Questa scena perenne attira sempre (e spesso, vista la politica degli studi aperti) e, come per tanti altri, ha attirato anche l’attenzione di una brava fotografa, Patrizia Nicolosi (sua complice d’arte dentro l’AOC e che ha immesso anche un suo fondale neutro, nel teatrino delle opere in mostra). Ebbene lo scultore, l’autore del libro, dice a stesso: allora facciamo una panoramica su tutto il mio lavoro senza tempo e facciamola immergendo gli oggetti (non tutti ma certo gli attori principali) proprio nella nebbia fotografica che è essa stessa un passe par tout del primo passe par tout. Prendendosi dei rischi, ma cercando curioso un altro senso fra i tanti che lui ha elaborato e rielaborato nella frequenza quotidiana di quello spazio sacro. I materiali d’epoca vagano benissimo in questo mare e anche le parole dell’autore, quando puntualizza sulle tecniche e sulle alchimie e, così facendo, di nuovo contamina le sue opere dentro quell’arte come tecnica che, proprio fuori moda non sembra essere, anzi, le infiamma. Enzo Rosato nasce nel 1940 a Grottaglie,  una delle più importanti città della tradizione ceramica in Italia. Qui cresce, studia e comincia a fare apprendistato fra le varie botteghe. A diciassette anni si trasferisce a Roma dove, prima ancora di diplomarsi, diviene uno dei collaboratori di Leoncillo, artista e scultore già da tempo affermato. I primi anni nella capitale sono molto importanti perché Enzo Rosato, anche se giovanissimo, già possiede non solo una manualità innata, ma anche tutti i segreti del fare ceramica. Queste condizioni e l’accelerazione prodotta dal sodalizio con Leoncillo lo portano rapidamente a fare gruppo con altri giovani artisti, creare un suo studio, allargare il campo delle collaborazioni ad altri soggetti già consolidati nella professione. Dal 1965 stabilisce lo studio a via Flaminia 58 dove, assieme ad altri artisti, fonda l’associazione AOCF58 che, nel gestire in proprio uno spazio-galleria, diviene uno dei centri del fare arte più seri e accreditati della città. Nell’ambito dei rapporti con altri attori della scena romana, spicca quello con gli architetti dello studio Grau, in un misto di occasioni professionali e di riflessioni teoriche che trova un suo apice nella partecipazione comune alla Biennale di Venezia The Presence of the Past del 1980, poi anche nelle edizioni di Parigi e S. Francisco. Nel 1983, con la mostra Storie di vasi e terre cotte alla Temple University di Roma la figura di Rosato trova una sua consacrazione, anche in riferimento alla collaborazione con il Grau. Nel 2005 tale rapporto si rinnova al Centre Pompidou di Parigi con l’acquisizione di opere e la partecipazione alla mostra La Tendenza. 

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EBOOK   9788827572368

Riscrivere: Rewriting. E-book. Formato Mobipocket Massimo Martini   -  Grau.2, 2018  - 

Il libro Questa non è una autobiografia, né una esposizione cronologica di progetti, neanche una descrizione circostanziata di cosa sia successo, nei vari luoghi, a proposito della strana professione di uno strano architetto. Questo libro è una sequenza di ventisei brevi racconti, chiusi in sé e indipendenti l’uno dall’altro, per quanto appartenenti alla stessa vita, quella dell’autore. Ci sono a scorrere anche le parole, poche, via via come sussurrate dentro un dire e non dire che non è scrittura ma semplice soliloquio. Queste parole non spiegano le immagini (su cui hanno il privilegio di scorrere in piena libertà). Piuttosto cercano di dire quel poco e quel tanto, come in un tranquillo scambio di idee con il lettore, questo sconosciuto. La scelta di scrivere sui disegni non in modalità photoshop, ma nell’artigianalità propria del disegno, porta a far sì che le immagini derivino da originali su cui vengono applicate manualmente delle strisce scritte. Con il risultato che la qualità è meno incisa, più sfumata, a favore di un mondo di mezzi toni che si vorrebbe più simile alla materialità della pittura che all’algida geometria del disegno d’architettura. Molti procedimenti sono chiaramente a carattere concettuale. L’ironia, spesso esibita, vuole alleggerire il gergo fra specialisti e il non poter dire a proposito del famoso contesto. La chiusura in sé di ogni racconto porta inevitabilmente tutta la materia, (parole-disegni-foto) a una forma labirintica di rinvii, rimbalzi, allusioni e anche silenzi, che l’autore ritiene congrua all’assunto complesso e non risolvibile in sé del titolo: Riscrivere. L’autore Massimo Martini, nasce a Roma nel 1937. Sempre a Roma, nel 1962, si laurea presso la Facoltà di Architettura dell’Università La Sapienza. Nel 1964 è tra i fondatori dello Studio Grau con il quale condivide, per oltre 20 anni, sia la dimensione teorica che quella professionale. A partire dal 1984, pur mantenendo una condivisione generale sui problemi dell’architettura, di fatto conduce esperienze molto personali, spesso ai confini della disciplina stessa. Dal 2014, in coincidenza con i 50 anni di vita del Grau (uno studio che ha sempre rifiutato qualsiasi formalizzazione di tipo notarile), promuove la nascita di «Grau.2», una collana di e-book in self publishing, nell’ambito di una riflessione sul lavoro del gruppo, dei singoli, di amici artisti, di quanti vogliono ancora essere, magari in forme inattese o rinnovate, artisti dentro l’evolversi delle arti. Assieme allo studio Grau partecipa nel 1980 alla Biennale di Venezia The Presence of the Past, nonché a pubblicazioni e mostre sia in Italia che all’estero. Con le stesse modalità, nel 2010, vede acquisiti 1300 disegni per oltre 120 progetti, (degli anni ’64 -’84), dal Centre Pompidou di Parigi. Per quanto riguarda la professione essa rispecchia l’andamento ondivago di fine secolo, con la particolarità di lunghe permanenze in diversi luoghi del sud: San Gregorio Magno, Grottaglie, il Cilento, il Politecnico di Bari dove insegna come professore a contratto per cinque anni. A partire dal 2010 si dedica alla maiolica invetriata come espressione dello studio di architettura martini, in una dimensione un poco artigianale e un poco sperimentale.

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