Altoviti Bindo Libri
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La villa Altoviti ai Prati di Castello. Eclissi di un paesaggio fluviale Legé Alice Silvia - Officina Libraria, 2024 - Saggi In Officina
Nel 1524 il banchiere fiorentino Bindo Altoviti acquista per sé e per i suoi «heredi una vigna posta dierto a Castel Santo Agnolo», presso un'ansa del Tevere che si affaccia strategicamente verso il porto di Ripetta. Circondato da vigneti, canneti e orti, il casino nobile e il suo giardino si incardinano in una struttura composita, nobilitata da una loggia affrescata da Giorgio Vasari nel 1553. Mai completamente indagata dalla critica, villa Altoviti fu gravemente danneggiata da un incendio durante l'assedio del 1849 alla neoproclamata Repubblica Romana. Il ritrovamento di due inventari, integralmente trascritti in appendice, permette al volume di ripercorre la storia della proprietà, fino alla sua definitiva scomparsa, quale vittima dell'urbanizzazione selvaggia che seguì l'Unità d'Italia. Elemento focale nel paesaggio rurale del Tevere, villa Altoviti rivaleggiava con la più nota proprietà di Agostino Chigi, l'attuale villa Farnesina. Alla fortuna iconografica della riva del Tevere ai Prati di Castello, luogo di promenades e oggetto di interesse vedutistico, è dedicato il saggio di Alessandro Cremona, storico dell'arte e dei giardini, che, attraverso la ricognizione del cospicuo materiale figurativo prodotto tra Sei e Ottocento, ne evidenzia le singolarità ricostruendo le vicende della limitrofa villa di Montesecco, aneddoticamente identificata come la casa di Claude Lorrain.
Ritratto di un banchiere del Rinascimento. Bindo Altoviti tra Raffaello e Cellini. Ediz. illustrata - Mondadori Electa, 2004
Il volume illustra la biografia e il ruolo di mecenate di Bindo Altoviti (1491-1556), un banchiere dei papi che divise le sue attività tra Roma e Firenze. La sua collezione, per quanto non vastissima, includeva innovativi capolavori di Raffaello, Michelangelo, Benvenuto Cellini, Francesco Salviati, Jacopo Sansovino e Giorgio Vasari. Inoltre Bindo condusse degli scavi a Villa Adriana alla ricerca di sculture antiche, e fu un importante protettore della musica. Altrettanto affascinante è l'attività di banchiere di Bindo Altoviti per il suo intreccio con la politica papale, il controllo delle forniture di materie prime a Roma, l'importazione di merci esotiche e il movimento dei fuoriusciti repubblicani che miravano a cacciare i Medici da Firenze.