Corrao Ludovico Libri
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Omaggio a Ludovico Corrao. Ediz. illustrata Bonito Oliva Achille - Ist. Di Alta Cultura, 2012
Omaggio a Ludovico Corrao. Ediz. illustrata - Ist. di Alta Cultura
Conversazione con Ludovido Corrao Quaglia R. (Cur.) - Navarra Editore, 2011 - Fiori Di Campo
La figura di Ludovico Corrao resta legata per sempre a Gibellina, la città della Valle del Belìce della cui esistenza l'Italia seppe una notte del gennaio 1968 e che già dopo qualche settimana divenne, suo malgrado, simbolo sempre di qualcos'altro: di una rinascita possibile della Sicilia più antica e arretrata; del non volersi arrendere all'emigrazione; di una ricostruzione che poteva essere la costruzione di un nuovo mondo, da affidare alle avanguardie internazionali di artisti e intellettuali, invece che a ignoti restauratori e tecnici; degli sprechi di una riedificazione infinita, conseguenza dell'atavica mala-gestione nazionale delle tragedie collettive. Ludovico Corrao è stato assassinato il 7 agosto del 2011 a Gibellina, all'età di 84 anni, nella sede della Fondazione Orestiadi, da Saiful Islam, un bengalese di 21 anni, suo dipendente. Questa intervista realizzata, poco tempo prima della morte di Corrao, da Renato Quaglia, curatore del progetto culturale del Riso Museo d'Arte Contemporanea della Sicilia, è un omaggio alla sua figura e un modo per diffonderne il pensiero, la sensibilità artistico-culturale e l'originale punto di vista.
I funerali di Corrao Isgrò Emilio - Aragno, 2013
La storia di Gibellina e di Ludovico Corrao, a partire dal terremoto del gennaio 1968, è una storia molto siciliana. Ma, se è vero che la Sicilia è un'iperbole degli splendori e delle nefandezze d'Italia, è anche una storia molto italiana. Sindaco della città rasa al suolo dal sisma, che ricostruì dandole una nuova forma e sognandole un nuovo futuro a tal fine chiamando a raccolta i maggiori artisti, scrittori e teatranti della contemporaneità, Corrao dai suoi concittadini è stato molto amato e molto disamato. Ma chi a questa storia ha posto un sigillo sorprendente, uccidendo a coltellate il vecchio Senatore nell'estate del 2011, è stato Sayful, un giovane che veniva da lontano. 'Negli anni Ottanta Emilio Isgrò, artista di fama internazionale che da sempre ha lasciato la Sicilia, è stato fra i testimoni-complici dell'avventura di Corrao con la grande 'Orestea' in pseudo-dialetto, andata in scena sulle rovine di Gibellina prima che Alberto Burri vi installasse il suo Grande Cretto. La notizia della sua morte gli ha dettato questo poemetto: un lungo ragionamento in versi che adotta il modulo delle 'Ceneri di Gramsci' pasoliniane rifuggendo però da qualsiasi magniloquenza crucciosa. Isgrò si rivolge al vecchio amico, come tante volte in passato, senza risparmiargli le sue ruggini ma senza neppure nascondergli la sua ammirazione. Quella che leggi non è allora un'orazione bensì una conversazione civile: rivolta a un interloc ormai assente.' (Andrea Cortellessa)