Ranciere Jacques Libri
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Prendere parola, farne parola. Rancière e la rivoluzione estetico-letteraria De Pascale Imma - Guida, 2023
Nella riflessione filosofica di Jacques Rancière (1940) arte e politica vanno indagate nella loro relazione come campi dinamici capaci di disegnare il sociale. Prendendo le mosse da una prospettiva estetologica, il volume intende indagare la relazione tra l''estetica della politica' e la 'politica dell'estetica' rivolgendo lo sguardo «a quella cerniera dell'esperienza in cui il dinamismo politico si nutre della potenza delle parole e delle immagini e in cui l'invenzione artistica lavora per dislocare il peso dei corpi e la loro visibilità all'interno della comunità». Così come per la scena politica, prendere parola e farne parola è un'azione estetico-democratica protagonista della scena teatrale e letteraria in grado di sovvertire l'ordine del dominio: l'uomo è un animale politico, scrive Rancière, perché è un animale letterario che si lascia sviare dalla sua destinazione 'naturale' dal potere delle parole. In questo senso, la rivoluzione esteticoletteraria è la rivoluzione di tutti coloro che contribuiscono a riconfigurare il sociale restituendo visibilità e dicibilità alle forme di esistenza non contate dall'ordine del consenso.
L'intervento critico di Rancière. Democrazia, riconoscimento, emancipazione ottocentesca Campailla Giovanni - Meltemi, 2019 - Linee
Jacques Rancière è noto per le sue riflessioni sulla democrazia, ma nei suoi studi sull'emancipazione operaia ottocentesca in Francia ha avanzato rilevanti considerazioni sul riconoscimento. Partendo dalla sua idea di post-democrazia e andando a ritroso nelle fasi in cui si è sviluppata, il volume osserva come l'opera rancièriana non proponga una teoria della democrazia o del riconoscimento che spieghi cosa significano questi concetti. Entrambi costituiscono piuttosto gli oggetti di un intervento critico a favore dei senza-parte. Quello di Rancière è un pensiero pienamente informato dalle esperienze d'emancipazione e che suggerisce una concezione sospensiva del riconoscimento. Confrontandolo con autori (Balibar e Agamben, Habermas e Mouffe, Honneth, Spivak e Fricker) e tradizioni (la Scuola di Francoforte e la Social History britannica) del pensiero critico, il volume intende mostrare i limiti e le potenzialità di un pensatore la cui originalità suscita sempre più interesse.