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Libri di Giuseppe Alonzo
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Il ritratto del serenissimo don Carlo Emanuello, duca di Savoia e commentata. Ediz. critica Alonzo Giuseppe - Aracne, 2011 -
Con 'Il ritratto del serenissimo don Carlo Emanuello', pubblicato a Torino nel 1608 ma non ancora in edizione moderna, Marino centrava una fulminea carriera da poeta ufficiale alla corte sabauda. Il salto di qualità rispetto alle prove poetiche precedenti è notevole, ma ancor più ragguardevoli sono le prospettive autopromozionali che questo testo schiuderà a Marino non solo al di qua, ma soprattutto al di là delle Alpi, laddove potrà presentarsi da acclamato poeta europeo. Lo scorcio elegiaco sull'arco alpino, l'universalistica pinacoteca sabauda, le tinte forti della Sindone, le pompe esagerate dei destrieri bardati, le pazze architetture di Vicoforte sono solo alcune delle centinaia di tessere che, declamate in sesta rima, dovettero rapire i gusti innovativi del duca Carlo Emanuele. Con buona pace dei detrattori più feroci e per il giubilo dei sodali più fedeli, che temevano o veneravano di Marino l'estro nel far convergere tra loro le più mirabolanti sperimentazioni espressive e la più maestosa ufficialità istituzionale.
Periferia continua e senza punto. Per una lettura continuista della poesia secentesca Alonzo Giuseppe - Edizioni Ets, 2010 - Segni Del Pensiero
Poésie philosophique oppure carens philosophico ingenio? La poesia italiana del Seicento, spesso additata come decorativa, vacua ed eticamente condannabile, ancora fatica a collocarsi, con equilibrio, in un preciso contesto culturale. Se la critica dell'ultimo ventennio ha avviato, su più piani, una riattribuzione di significati al nostro 'secentismo', si è recentemente voluto enfatizzare tale indirizzo connotando in senso fin troppo speculativo l'opera di Marino e dei suoi coevi. Se il pensiero filosofico è humus culturale piuttosto che oggetto intrinsecamente poetico, si propone la possibilità di rileggere i secentisti - tanto impegnati nella resa letteraria di un io e di un mondo innumerevolmente variegati, ripiegati e prospettici alla luce del sistema metafisico allora in fieri, sull'asse che lega Bruno e Campanella a Leibniz, con alcune indispensabili incursioni verso le teorie continuiste espresse da Platone sino a Peirce e alla nuova scienza. Individualità monadiche, amori pneumatici e simbolici, relazioni metafisiche e continue tra corpi e anime, vite e morti, micro e macrocosmi, disegneranno un mondo non confuso e immorale, ma metamorficamente riordinato in un perenne transito. Ridiscusso l'ormai estenuato canone della 'meraviglia', sarà possibile riconsegnare alla nostra poesia secentesca, già malfamata e cieca periferia, una cittadinanza vivace e propositiva nella tradizione poetica italiana.
Le rime di un editore-letterato milanese: Gio. Pietro Ramellati (alis Piotigero Laltimera) Alonzo Giuseppe - Led Edizioni Universitarie, 2013 - Palinsesti
Fino al 1646, la tipografia milanese di Gio. Pietro Ramellati non si era discostata di molto dalle consuetudini editoriali dell'epoca. Ai manualetti di consumo religioso e di più sicuro guadagno, Ramellati aveva accompagnato pubblicazioni di eruditi di alto profilo, distinguendosi per l'uso di rari caratteri ebraici ed arabi e per le rilevanti committenze dell'Accademia Ambrosiana e della burocrazia spagnola. Per gli avantesti di molte di queste pubblicazioni Ramellati aveva elaborato ampollose dedicatorie e divertiti versi d'encomio. Nel 1646, ricorrendo ai tipi della propria stessa bottega, Gio. Pietro decise di ripubblicare queste sue composizioni in un libro tutto suo, intitolandolo Rime. Si tratta di una raccolta di poesie e prose epistolari che diventano un corpus di componimenti incaricato di esibire le velleità letterarie e le conoscenze accademiche del typographus che vuol farsi auctor. Lo pseudonimo dietro il quale Ramellati cela se stesso fin dal frontespizio non è che un espediente per ostentare la propria autopromozione accademico-letteraria, e per accompagnare l'informato lettore in una serie di cortocircuiti d'identità che ne rivelano l'innovazione.