Boito D Angelo E Cur Libri
Libri di Cur Boito Angelo
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Il libro dei versi Boito Arrigo D'angelo E. (Cur.) - Olschki, 2024 - Fondazione Giorgio Cini
Il Libro dei versi di Arrigo Boito è uno dei testi fondamentali della scapigliatura milanese. Questa nuova edizione critica, che apre l'Edizione nazionale delle opere del poeta-musicista, offre per la prima volta, insieme a quello della princeps del 1877 (ripubblicata con modifiche nel 1902), l'inedito testo autografo, che fissa al meglio la poetica ribelle e demolitrice, stravagante e aspra che ha generato quei versi, composti nel pieno della militanza scapigliata dell'autore.
Il maestro di setticlavio Boito Camillo D'angelo E. (Cur.) - Progedit, 2015 - Incroci E Percorsi Di Lingue E Letterature
Pubblicata nel 1891, la novella 'Il maestro di setticlavio' è il capolavoro letterario del celebre architetto e teorico del restauro Camillo Boito (1836-1914), squisito narratore per divertissement. In una Venezia ben diversa da quella ritratta in 'Senso', va in scena la drammatica conclusione della parabola umana e artistica del musicista Luigi Zen, intrecciata alla tragica storia d'amore di Nene, un racconto sonoro, estrema celebrazione del relativo e del transitorio, con cui lo scrittore dà corpo al ricordo dei suoi anni veneziani, della sua giovinezza, montando una sorta di melodramma autobiografico o, per meglio dire, una storia melodrammatica racchiusa in una scatola autobiografica. Questa edizione critica, contributo agli studi su Boito nel centenario della morte, ricostruisce il complesso reticolo dei ricordi, rivela l'identità dei personaggi reali trasfigurati e chiarisce il significato dei riferimenti musicali, tra Verdi e Wagner, progressisti e conservatori, passato e presente.
Il primo Mefistofele Boito Arrigo D'angelo E. (Cur.) - Marsilio, 2013 -
Nei primi mesi del 1868 il Mefistofele di Arrigo Boito (Padova 1842 - Milano 1918), 'opera' di soggetto fantastico e filosofico, insolitamente lunga, tutt'altro che convenzionale e in odore di eresia germanico-wagnerista, riscrittura dell'intero Faust goethiano composta da un artista ventiseienne, scapigliato, autore sia della poesia sia della musica, operista esordiente improvvisatosi maestro concertatore e direttore d'orchestra nientemeno che alla Scala, incarnava la quintessenza dell'anomalia. E assolutamente atipica era anche la pubblicazione anticipata del rivoluzionario libretto, dramma in versi del quale l'autore rivendicava con forza la qualità letteraria, qui presentato in edizione critica, corredato di un ampio commento, che include il riscontro puntuale col capolavoro di Goethe e le sue traduzioni francesi e italiane, e introdotto da un saggio che, dalla genesi discontinua al glorioso fiasco del 5 marzo, svela la complessa natura della versione originaria del problematico capolavoro boitiano, del primo dei 'due Mefistofeli', due testi in buona parte sovrapponibili ma distinti, non confondibili e nati con ottiche e obiettivi differenti, inconciliabili.